domenica 19 novembre 2017

Sloveniata di novembre: Petniak e Lipiska Jame

Sloveniata di novembre: tra Brioschi e speleologia
Dopo una mangiata galattica "da Gianni" a Gorizia, la grande caverna Perniak è stata il preambolo alla strepitosa e bellissima Lipiska Jama, con le sue enormi gallerie freatiche dove una volta scorreva il Reka-Timavo.




Sinora sono riuscita a constatare che la speleologia, tra tutte le diverse caratteristiche, ne ha due che solitamente vanno di pari passo: le levatacce e la birra.
Di solito per andare in grotta mi alzo alle 5 (e mi posso ritenere fortunata!). Sabato, invece, alle 8,00 sbadiglio pigra e mi rigiro dall’altra parte, per alzarmi definitivamente alle 8,30, doccia, caffè e controllo l’attrezzatura per un’ultima volta. Il ritrovo è alle 10,30 al solito parcheggio con Sandro e Simona. Destinazione: “Da Gianni” a Gorizia! Lì ci raggiungeranno Gianluca con la moglie Francesca e le loro due “piccole pesti”, Lidia e Caterina.
Senza dover insistere molto, S-Team aveva accolto a pieni voti la mia mozione per andare a mangiare la celebre lubianska di Gianni… Serviva un’occasione (i progetti in essere non ci portano nel goriziano) e tale si è presentata con la grotta in programma per sabato che ci ha permesso di prendercela con comodo e prenotare in questa trattoria.
Consiglio: accettate i consigli della cameriera. Se lei vi dice che una lubianska è TANTA, datele retta! Noi, non contenti invece, ne abbiamo ordinata una a coppia, cevapcici, contorni e birra senza un domani… è andata a finire che abbiamo pagato il conto e ce ne siamo andati via con le nostre doggy-bag…

Con la panza piena ci siamo diretti verso la prima tappa, la caverna Petniak. Impostiamo il punto GPS e cerchiamo di avvicinarci con le auto il più possibile alla nostra grotta. Raggiunto un borghetto, tocca abbandonare le macchine alla fine della strada asfaltata, ci cambiamo, e ci incamminiamo sulla strada sterrata che dovrebbe portare alla grotta (stiamo andando un po’ alla cieca). Tuttavia dovrebbero essere circa 800 metri di distanza, non di più. Inoltre, pare che ci debba essere della segnaletica.
E difatti ecco il cartello: PETNIAK! Si esce leggermente dal sentiero, seguendo una traccia battuta, ma è impossibile non vedere questa ENORME dolina che si palesa dietro gli alberi!
Cominciamo a scendere un ripido sentiero ed eccola, una bocca nera di notevoli dimensioni (voi non sapete che difficoltà ogni volta cercare i sinonimi di “grande”!), che si spalanca e ci vuole inghiottire e noi speleologi no, invece di agire come una qualunque persona di buon senso, abbiamo il cuore che batte forte, e quell’oscurità ci attrae, un urlo nella dolina: Jama!
All’ingresso cominciamo a tirar fuori dalle sacche i fari, tutto ciò che può servire per fare foto, compresa macchina fotografica, cavalletto, attacco.. ah no… qualcuuuno s’è dimenticato l’attacco per la macchina fotografica.. a quel qualcuno (Sandro) toccherà far foto a mano…
Ma non ci perdiamo d’animo, l’esperienza decennale del gruppo dovrebbe permettere di portare a casa lo stesso un buon risultato! Così cominciamo ad illuminare la nostra amica grotta… Beh. Non c’è che dire, la promessa è mantenuta.. una ripida china, si può dire un ghiaione con un dislivello di circa 25 m, è un ampio ambiente, e cerchiamo di posizionarci per poterne rendere le dimensioni nelle foto. Certo non è facile nemmeno stare in piedi, è piuttosto inclinato, e mi diverto come una matta a scivolare verso il fondo tra le pietre.
Comunque niente attrezzi, la grotta è tutta orizzontale (si fa per dire, perché è inclinatissima)
Nel frattempo quelli che sembrano due speleologi fanno capolino tra gli alberi e sembrano intenzionati a raggiungerci, ma così come sono venuti, se ne vanno..
Fatte un po’ di foto (dall’alto dov’è Sandro verso il basso, dove siamo noi), cerchiamo la prosecuzione. Io e Gianluca siamo talmente presi dal cercare, che nemmeno ci accorgiamo di una piccola saletta ricoperta da pisoliti! Purtroppo la maggior parte sono sporche, ma qualche cantuccio immacolato resta..!
Per cercare la continuazione della grotta non faccio altro che seguire rasente il fondo, finchè non vedo una corda scendere da una paretina. Mi arrampico abbastanza agilmente e con Gianluca cominciamo a dare un’occhiata in giro. Nel frattempo ci raggiungono Sandro e Massimiliano: è una bella saletta concrezionata con una coloratissima colata! Non si può non fare qualche foto!!
Cerchiamo di uscire in fretta per fare qualche scatto anche all’ingresso dal basso verso l’alto ma il tempo è volato ed è già buio, peccato.



Qui dicono che lo spettacolo è in pieno inverno, quando le pareti ed il apvimento si riempiono di concrezioni di ghiaccio: torneremo!
Di nuovo alle auto e raggiungiamo Simo, che non ci può accompagnare in grotta in questi giorni a causa di un piccolo inconveniente alle ginocchia. Non resta che recarci presso l'Ošterija Na Planinci a Dane (attaccata alla Med Jamah), un delizioso b&b con delle camere veramente spaziose e scelto, soprattutto, per l’idromassaggio!!! Si fa uno spuntino chi a base di jota (una zuppa di crauti e salsiccia), chi zuppa, e poi tutti a nanna presto perché la levataccia scampata sabato mattina, toccherà alla domenica

Con sommo disappunto alle 7.30 siamo già a fare colazione, ci dobbiamo trovare verso le 8.30 con Jaka Jakofcic del Jamarsko Drustvo Sezana, che ci accompagnerà a visitare la Lipiska Jama!
Simona, Francesca e le bimbe si terranno intanto impegnate nella lì vicino tenuta dell’allevamento di cavalli lipizzani.
All’ingresso della grotta vediamo già parcheggiate due auto: una presumiamo sia quella di Jaka, l’altra è di alcuni speleo cechi. Poco dopo, arriva Jaka: lo seguo sempre su facebook, che piacere conoscerlo di persona!
Anche in questa grotta non serve attrezzatura verticale, solo longe e moschettoni: ci sono un paio di passaggi dove conviene essere ben assicurati, anche perché la grotta è bella scivolosa!


L’ingresso si presenta come un bel buchetto a cielo aperto, con una ferrata iniziale e una scala a pioli che subito ci portano a compiere un dislivello di circa 30 metri. E’ molto agile ed è pieno di staffe dappertutto, anche i più fifoni come me riescono ad affrontarla facilmente. Già la grotta dà le prime avvisaglie di quanto bella possa essere… affrontiamo un piccolo cancello .. ed eccola!
La Lipiska Jama, nella sua parte iniziale, è un tripudio di concrezioni enormi!
Si scivola come non mai (sia con scarpe da forra, sia con stivali, sia con scarpe da grotta), l’unico che non scivola è ovviamente Jaka (che conosce la grotta come le sue tasche), l’unica mia preoccupazione è di non scivolare sulla seconda ferrata che incontriamo, ma anche qui l’armo è sicuro e ci sono staffe che permettono un passaggio comodo e sicuro. Inoltre dei cordini segnalano il sentiero da seguire, non ci si può perdere!
Facciamo fatica a comunicare tra noi dato lo spazio che ci separa e il forte rimbombo, ma siamo stati previdenti, habemus radioline!
Due enormi stalagmiti se ne stanno al centro di un’ampia sala (la più alta è circa 18 metri), ce le lasciamo alle spalle per fotografarle all’uscita. Jaka ci accompagna a visitare un rametto laterale, pieno di latte di monte e concrezioni dai colori rossi. Si fa anche qui qualche foto, spettacolare!


Ammiriamo anche delle scritte che deturpano una parete rocciosa, ma che sfiorano lo storico, ci sono delle date: 1912..
Gli spazi da ampi e comodi diventano più bassi e atletici. Ci aggiriamo su una zona di crollo che diventa poi il “Labirinto” e, subito dopo, sbuchiamo all’inizio di un immenso tubo: è come essere delle briciole nell’intestino di un enorme dinosauro. Ci fermiamo a fare delle foto.. Certe grotte le ami per i grandi ambienti, altre per le concrezioni. Lipiska Jama, la ami!



Continuiamo a scendere finchè non di accorgiamo che stiamo camminando su un fondo di argilla, con uno spessore di diversi metri che arriva a tappare il tubo, dove troviamo un sacco di personaggi e statuine modellate col fango e Jaka ci fa notare alla nostra sinistra anche i lavori di scavo che il suo gruppo ha portato avanti per trovare la continuazione della grotta.
  
S-Team di oggi, da sx: San, Massi, Bianca, Jaka, Gian

A -250 m stiamo camminando su quello che doveva essere un antico passaggio del fiume Reka. Qui facciamo un po’ di esplorazione, curiosando nei lavori di scavo del gruppo di Jaka. Foto di gruppo e torniamo a fare gli ultimi scatti.
Usciti fuori decidiamo di dar fondo agli avanzi di cibo del giorno prima (esatto, cevapcici e lubianska!) e raggiungiamo la Simo e la famiglia di Gianluca che ci aspettano lì vicino.
E’ stato un altro weekend strepitoso, con una guida d’eccellenza (grazie Jaka!!).
Ma ci sono molte altre grotte da visitare, rimanete sintonizzati!

Bianca Trevisan








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