domenica 29 maggio 2016

Škrinjarco e Med Jamah

Visitiamo due nuove grotte: verticalità, acquaticità e lubianska per tutti!

di Bianca Trevisan

Le uscite del gruppo S-Team alle quali ho partecipato finora sono state all’acqua di rosa! I Questo weekend, invece, mi ha permesso di mettermi alla prova con una grotta molto verticale ed un’altra estremamente tecnica. Permettetemi di raccontare e condividere questo fine settimana faticoso MA pieno di soddisfazione!




Per me, Laura, Massimiliano, Sandro e Simona inizia tutto nei migliori dei modi, ancora prima di mettere piede in Slovenia.
Venerdì sera, dopo aver incastrato i bagagli in macchina con una tecnica niente male alla “tetris”, decidiamo di cenare con un paninazzo galattico alla Birreria Momi di Borbiago. Cominciamo bene…..

In tarda serata giungiamo all’ostello Ociski Raj di Ocizla, giusto il tempo di sistemarci le brande e ci addormentiamo come dei sassi, russando come degli orsi per tutta la notte.

Sabato mattina di buon’ora si uniscono al nostro gruppo Andrea, Diana e Matteo: oggi ci aspetta una grotta verticale di tutto rispetto, la Jama nad Škrinjarco, nome italiano di Abisso I di Ledenizza.
Percorrendo una stradina rurale giungiamo al parcheggio della grotta. Siamo a 50 metri in linea d’aria dall’autostrada, ed altrettanti dalla bocca d’ingresso del nostro pozzone. Non lo troviamo subito; è ben nascosto da un fitto boschetto, e di fitti boschetti ce ne sono parecchi nella zona, divisi tra loro da prati di erba alta. Una meraviglia. C’è anche un capanno per il birdwatching.

Oggi ad armare ci pensa Sandro. Lo segue Laura, Massimiliano, poi parto io, a ruota mi vengono dietro Andrea, Diana e Matteo.
Questo pozzo in realtà è un lunghissimo scivolo di 82 metri che si allarga man mano che lo percorriamo, raggiungendo una larghezza massima di 22 metri. Scende con una leggera inclinatura e nella roccia sono ben visibili i segni tipici che si creano in presenza di inghiottitoi: fango, erba trascinata, e un lungo solco che scende giù giù fino alla base del pozzo.

In poco tempo ci raduniamo alla sua base (tutta detritica). Ora, le opportunità che la grotta ci pone sono 3: 1) un primo pozzo da una trentina di metri (che non visiteremo), 2) una galleria ellittica, naturale prosecuzione del corso d’acqua che si forma in presenza di forti piogge, e 3) un secondo pozzo da 30+18 metri che porta al fondo della grotta. Optiamo per quest’ultima soluzione: la discesa è semplice, e la meraviglia lo è ancor di più quando ci ritroviamo davanti questo stupendo lago cristallizzato. Un paio di stalagmiti affiorano dall’acqua e le pareti sono ricchissime di concrezioni bianche. Questi sono i regali che fa la speleologia: Scendi giù per un pozzo fangoso, e poi toh, questi ambienti immacolati e dalle pareti luccicanti.


Dopo aver fatto delle foto in questo suggestivo luogo, decidiamo di risalire e, ritornati alla base del pozzo, proseguiamo per la galleria. Anche qui rimango a bocca aperta: dal soffitto scendono numerose stalattiti appuntite, sembrano tanti fanoni di una balena. La galleria non ha un andamento regolare, ad un certo punto si abbassa, quel tanto da farci camminare chini, per tornare ad alzarsi una stupenda sala concrezionata di belle colonne e colate di calcite. Nel mezzo una fessura ci conduce alla saletta finale. Qui rimango colpita dalla texture del pavimento fangoso: probabilmente è in secca da parecchio tempo, e la secchezza del fango ha creato tutta una serie di “mattonelle”. Una bella concrezione scende dal soffitto, sembra la bocca di Cthulhu (creatura immaginaria creata da H.P. Lovecraft), Massimiliano ci mette la testa sotto come se quei tentacoli volessero mangiarlo.


La grotta è molto bella, la apprezziamo molto tutti quanti, pure Sandro che fa un sacco di scatti! Quando ritorniamo alla base del pozzo, ci rendiamo conto di esserci persi uno spettacolo meraviglioso: Matteo ci racconta di come una lama di luce era entrata, andando ad illuminare fino in fondo tutta la grotta.. Simona riesce pure a filmarla, mannaggia! Sandro riesce ad immortalarla solo in parte.


Il pozzo laterale, armato e sceso da Matteo, conferma di non essere di particolare interesse, per cui ricominciamo a salire.
Quando finalmente ci riuniamo, tradizionale foto di gruppo al capanno del birdwatching e tutti a mangiare da Mahnic a Kozina!!!!!!
Finito di “pranzare” (perché di fatto ordiniamo da mangiare alle 17 circa), Andrea, Diana e Matteo ci salutano. E’ stata una bellissima giornata, ci siamo divertiti un sacco!!


Ora, apro una parentesi. Dopo che il trio composto da Diana, Matteo e Andrea ci ha salutati , noi quattro abbiamo continuato a fare un po’ di bagordi. Presi dall’entusiasmo della produttiva giornata, dopo essere arrivati in ostello ed esserci resi presentabili, abbiamo trascorso la serata perdendoci in ciance davanti ad una bella ciotola di pop-corn e sorseggiando liquore di Terrano.. Dimenticando una cosa INDISPENSABILE, ossia di mettere in ricarica i fari per il giorno dopo…………ehm……. Ce ne accorgeremo solo il mattino seguente…Poco male, di tutti i fari che abbiamo, qualcuno non è completamente scarico…

Domenica mattina, per l’appunto, ci incontriamo con Mauro Kraus ed alcuni dei ragazzi che hanno concluso da poco il corso di introduzione (ribattezzati i “Martini” e le “Martine” perché impossibile ricordare il nome di tutti).
Siamo un po’scoraggiati, avere i fari scarichi ci potrebbe costringere a dover rinunciare a molte foto. Si farà quel che si potrà.


Per oggi la nostra meta è la Med Jamah che non è solo una grotta: è, soprattutto, un inghiottitoio. Infatti è consigliabile la muta, al suo interno ci sono molte vasche piene d’acqua (che si possono evitare armando dei traversi) e in alcuni punti è necessario e obbligatorio bagnarsi almeno per tutta la lunghezza delle gambe (o fare il bidet per poter passare un basso sifone). Opto di non indossare la muta, spero che i traversi mi evitino di bagnarmi troppo.
L’ingresso è costituito da un ampio cavernone, circondato da rigogliosa vegetazione: fresco muschio e alberi che ne fanno da contorno.
La grotta è caratterizzata da piccole verticali ad eccezione degli ultimi tre pozzi (un 30m, un 20m ed un ultimo 30 metri) e numerosi traversi per dovrebbero evitarci il bagno in acqua. Mauro fa un lavoro eccellente di armo, ogni tanto posso sentire che trapana per crearci le soluzioni migliori di discesa.


Sembra di essere in un parco giochi naturale data la presenza di questi meandri e scivoli creati dal corso d’acqua che si crea durante la piena (i tronchi incastrati sopra le nostre teste ne sono una chiara testimonianza). Mi diverto quasi in modo infantile a fare i traversi.

Superato il sifone, la grotta diventa molto più tecnica, e qua mi rendo conto di quanto sia utile la formazione che mi è stata data. Ci sono molti pendoli da affrontare, la grotta diventa per “più esperti”. Faccio una fatica tremenda MA con estrema soddisfazione non mi “incrodo” da nessuna parte e riesco ad arrivare sul fondo di questa grotta!


Qui la grotta chiude su un laghetto pieno del materiale che l’acqua si trascina dietro durante le piene: terra, erbacce, rami e, ahimè, intravediamo anche dei rifiuti. Tuttavia, dal fondo possiamo ammirare il mirabile lavoro compiuto dall’acqua, sono contenta di non essere testimone delle cascate che si potrebbero formare in caso di piena, ma la roccia levigata è stupenda, con tutte queste “canaline” verticali dove l’acqua scorre e lavora goccia su goccia la roccia.


Ci raggiungono anche due “Martini”, gli altri ragazzi sono rimasti indietro, che daranno una mano a Mauro a disarmare mentre noi ricominciamo la salita.
Qua l’umore migliora, complice il fatto che più di una volta finisco a mollo nell’acqua, procurando molto divertimento in Sandro e Massimiliano che se la ridono alle mie spalle. Ammetto di essere stanchissima, ma non posso non ridere anch’io. I fari nel frattempo cominciano ad abbandonarci, da cinque che erano, ne rimangono solo un paio di funzionanti. Ma riusciamo ugualmente a lavorare.

Quando usciamo, tiriamo un sospiro di sollievo. Non piove! Le previsioni meteo non erano ottimistiche, davano forti temporali nel pomeriggio. Riusciamo così a tornare alle macchine a cambiarci con comodo e dirigerci verso la Pizzeria Pri Bzku: Mauro garantisce lubianske giganti. Promessa che verrà mantenuta!




L’ho già detto?! E’ stato un gran weekend e spero che il divertimento non sia stato solo mio, ma anche di tutta la squadra e delle persone che hanno partecipato ed a Mauro che ci ha armato la grotta!


 Clicca qui per vedere tutte le foto della grotta Med Jamah 

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