APPUNTAMENTO CON LA SLOVENIA
Si, siamo tornati in Slovenia, work in progress!
Per questa Sloveniata siamo in 5: Filippo, Giorgio, Sandro, Simona e per ultima, ma non meno importante, la sottoscritta. C'è pure la nostra immancabile guida, nonché grande amico, Mauro Kraus, che ci accompagnerà alla scoperta di due inghiottitoi nella zona sud del paese.
Prima tappa, la Novokrajska Jama, con la quale l’S-Team ha un conto in sospeso. Era già stata visitata nel 2015, ma in quella occasione il torrente scorreva prepotente, rendendo difficile, e infine impossibile, la visita a questo inghiottitoio.
Noi sabato, invece, lo troviamo in secca. Parcheggiamo le macchine in un verde prato, l’avvicinamento è breve e comodo, tra prati e piccole colture di patate, cipolle, cavoli e zucchine.
Percorriamo il polveroso alveo, ora ricoperto da ortiche, giungendo velocemente al primo ingresso. Scavalchiamo agevolmente enormi massi e tronchi d’albero: inizia l’esplorazione! Mauro arma un primo traverso per bypassare una pozza d’acqua e subito veniamo circondati dalla magia. Siamo in quello che è una profonda e ampia “forra” scavata dall’acqua, intorno a noi alte pareti, che fungono da naturali confini per il bosco. Continuando ad arrampicarci tra i massi, alla nostra sinistra un’altra ampia apertura, col bosco e le piante basse che cercano di addentrarsi ma non troppo, il buio dell’ambiente ipogeo è un limite biologico troppo grande per loro.
Arriviamo infine all’ingresso vero e proprio. Sandro e Simona ricordano con quanti sforzi e difficoltà erano giunti fin là un paio di anni fa a causa dell’acqua scrosciante, mentre con il torrente in secca è una passeggiatina.
Intanto Mauro arma l’unico pozzo (P5) della grotta. Uno alla volta atterriamo sul bordo del lago, e seguiamo il traverso che ci porta ad una divertentissima teleferica. Si scommette a chi finirà col sedere a sfiorare il pelo dell’acqua, ma ahimè nessuno vince.
Da qua in poi, si possono abbandonare gli attrezzi. Seguiamo il percorso che l’acqua ha tanto pazientemente scavato, e ci troviamo subito in un IMMENSO ambiente. Una sala ENORME con pareti altissime e, ancor più stupefacente, con tronchi incastrati sul soffitto, a quelli che saranno 30 metri di altezza. La forza dell’acqua è qui riassunta in un modo potente.
Ma la grotta non ha finito di stupirci.. In questa stessa sala, c’è un giardino. Ebbene sì. Qua e là ci sono dei depositi di detriti (fango, corteccia, foglie) e sono tutti fioriti: numerose ghiande sono germogliate, e timidi fiorellini chiari tappezzano il pavimento della grotta. La loro vita sarà sicuramente breve, e abbiamo la fortuna di cogliere questo momento.
Non possiamo non fare qui la foto di gruppo, “brucando” questa rarità.
Proseguendo, incontriamo una strettoia. Bisogna giusto inclinare la testa per passare, molto scomodo in effetti. Seguendo la condotta scavata dall’acqua, che ne ha decorato la strada di scallops, arriviamo in un altro salone dalle grandi dimensioni. Anche gli impianti di luce più potenti faticano a renderne giustizia.
Sulla parete alla nostra sinistra ci sono degli accenni di concrezione, ma non sono queste ad accendere i nostri sguardi di stupore, bensì il meraviglioso specchio di faglia, liscio, perfetto, che si trova alla nostra a destra. Amore a prima vista. Qua decido che la Novokrajska Jama entra nella classifica “Top Five” personale delle grotte che più amo.
Ma Mauro mi anticipa che la sorpresa non finisce qui…. La galleria raggiunge dimensioni più familiari, incrociamo finalmente un piccolo torrentello e inizia tutta una serie di piccole marmitte e pozze. Il pavimento qua e là si marmorizza, la roccia bianca è interrotta da questi fenomeni che la rendono simile al legno, anche nel colore, con gli stessi cerchi concentrici.
Finchè giungiamo in una sala quasi interamente occupata da una colata simile ad un grande Blob marrone che aggiriamo facilmente. Sembra essersi gonfiato piano piano, in diverse bolle, e poi in un attimo, pietrificato. Fortunatamente, non ci aggredisce come il suo fratello cinematografico più famoso.
Ma poco dopo il nostro sentiero si interrompe, anzi direi che sifona tra i rifiuti. Palle di plastica, bottiglie, tronchi, e immondizia varia. Che rammarico realizzare che la mancanza di rispetto dell’uomo per la Natura ci ha seguito fino a qui. Per qualche ora ci eravamo dimenticati del traffico, nel caos, dell’inquinamento, e SBADAM, eccolo qua.
Pausa pranzo, qualche foto, e si torna indietro, mentre Giorgio aiuta Mauro nel disarmo.
Usciamo che è ancora presto, e il caldo non è così soffocante. Fortunatamente, siamo a circa 600 m slm, e quindi la temperatura è meno afosa, tira un’arietta… E c’abbiamo fame!!!
Lungo la strada del rientro ci fermiamo a pranzare/cenare al Pivovarna Pek a Jelsane dove troviamo pane per i nostri denti (ma anche la grigliata e la birra).
Ci salutiamo con Mauro, e ci dirigiamo verso il B&B “Dobra Hiša Zdravja Čičarija" a Golac che già ci ha visto ospiti. Non abbiamo fame, quindi optiamo per un'ulteriore birretta e la degustazione della pluri-premiata grappa alle bacche di ginepro alla Tourist Farm Pri Cepcovih e poi tutti a nanna!!
Bianca Trevisan
Primo tratto di grotta senza acqua e con acqua
Primo tratto di grotta senza acqua e con acqua
Noi sabato, invece, lo troviamo in secca. Parcheggiamo le macchine in un verde prato, l’avvicinamento è breve e comodo, tra prati e piccole colture di patate, cipolle, cavoli e zucchine.
Percorriamo il polveroso alveo, ora ricoperto da ortiche, giungendo velocemente al primo ingresso. Scavalchiamo agevolmente enormi massi e tronchi d’albero: inizia l’esplorazione! Mauro arma un primo traverso per bypassare una pozza d’acqua e subito veniamo circondati dalla magia. Siamo in quello che è una profonda e ampia “forra” scavata dall’acqua, intorno a noi alte pareti, che fungono da naturali confini per il bosco. Continuando ad arrampicarci tra i massi, alla nostra sinistra un’altra ampia apertura, col bosco e le piante basse che cercano di addentrarsi ma non troppo, il buio dell’ambiente ipogeo è un limite biologico troppo grande per loro.
Arriviamo infine all’ingresso vero e proprio. Sandro e Simona ricordano con quanti sforzi e difficoltà erano giunti fin là un paio di anni fa a causa dell’acqua scrosciante, mentre con il torrente in secca è una passeggiatina.
Intanto Mauro arma l’unico pozzo (P5) della grotta. Uno alla volta atterriamo sul bordo del lago, e seguiamo il traverso che ci porta ad una divertentissima teleferica. Si scommette a chi finirà col sedere a sfiorare il pelo dell’acqua, ma ahimè nessuno vince.
Da qua in poi, si possono abbandonare gli attrezzi. Seguiamo il percorso che l’acqua ha tanto pazientemente scavato, e ci troviamo subito in un IMMENSO ambiente. Una sala ENORME con pareti altissime e, ancor più stupefacente, con tronchi incastrati sul soffitto, a quelli che saranno 30 metri di altezza. La forza dell’acqua è qui riassunta in un modo potente.
Ma la grotta non ha finito di stupirci.. In questa stessa sala, c’è un giardino. Ebbene sì. Qua e là ci sono dei depositi di detriti (fango, corteccia, foglie) e sono tutti fioriti: numerose ghiande sono germogliate, e timidi fiorellini chiari tappezzano il pavimento della grotta. La loro vita sarà sicuramente breve, e abbiamo la fortuna di cogliere questo momento.
Non possiamo non fare qui la foto di gruppo, “brucando” questa rarità.
Proseguendo, incontriamo una strettoia. Bisogna giusto inclinare la testa per passare, molto scomodo in effetti. Seguendo la condotta scavata dall’acqua, che ne ha decorato la strada di scallops, arriviamo in un altro salone dalle grandi dimensioni. Anche gli impianti di luce più potenti faticano a renderne giustizia.
Sulla parete alla nostra sinistra ci sono degli accenni di concrezione, ma non sono queste ad accendere i nostri sguardi di stupore, bensì il meraviglioso specchio di faglia, liscio, perfetto, che si trova alla nostra a destra. Amore a prima vista. Qua decido che la Novokrajska Jama entra nella classifica “Top Five” personale delle grotte che più amo.
Ma Mauro mi anticipa che la sorpresa non finisce qui…. La galleria raggiunge dimensioni più familiari, incrociamo finalmente un piccolo torrentello e inizia tutta una serie di piccole marmitte e pozze. Il pavimento qua e là si marmorizza, la roccia bianca è interrotta da questi fenomeni che la rendono simile al legno, anche nel colore, con gli stessi cerchi concentrici.
Finchè giungiamo in una sala quasi interamente occupata da una colata simile ad un grande Blob marrone che aggiriamo facilmente. Sembra essersi gonfiato piano piano, in diverse bolle, e poi in un attimo, pietrificato. Fortunatamente, non ci aggredisce come il suo fratello cinematografico più famoso.
Ma poco dopo il nostro sentiero si interrompe, anzi direi che sifona tra i rifiuti. Palle di plastica, bottiglie, tronchi, e immondizia varia. Che rammarico realizzare che la mancanza di rispetto dell’uomo per la Natura ci ha seguito fino a qui. Per qualche ora ci eravamo dimenticati del traffico, nel caos, dell’inquinamento, e SBADAM, eccolo qua.
Pausa pranzo, qualche foto, e si torna indietro, mentre Giorgio aiuta Mauro nel disarmo.
Usciamo che è ancora presto, e il caldo non è così soffocante. Fortunatamente, siamo a circa 600 m slm, e quindi la temperatura è meno afosa, tira un’arietta… E c’abbiamo fame!!!
Lungo la strada del rientro ci fermiamo a pranzare/cenare al Pivovarna Pek a Jelsane dove troviamo pane per i nostri denti (ma anche la grigliata e la birra).
Ci salutiamo con Mauro, e ci dirigiamo verso il B&B “Dobra Hiša Zdravja Čičarija" a Golac che già ci ha visto ospiti. Non abbiamo fame, quindi optiamo per un'ulteriore birretta e la degustazione della pluri-premiata grappa alle bacche di ginepro alla Tourist Farm Pri Cepcovih e poi tutti a nanna!!
Bianca Trevisan
Non ci sono parole.... bisogna provare, per non credere ma per capire.
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