martedì 5 luglio 2011

Buso del Vallon

Giornata limpida e soleggiata: l'ideale per camminare serenamente tra i pascoli della Lessinia ed affrontare il "sotano" del Buso del Vallon. Dopo tre quarti d'ora di avvicinamento da Malga San Giorgio, carichi come mussi di corde, attrezzatura ed abbigliamento, arriviamo al bordo della grande voragine.
La cengia d'accesso al punto di calata ci lascia un po' perplessi a causa della sua espostezza, accentuata dalla presenza di ughi e vegetazione che obbligano ad avanzare esposti sul bordo della voragine. Armiamo un corrimano per restare sereni.
 Inizio l'armo dopo un po'   ..... ma dove divolo sono spit e fix? Viva gli orbi! Erano sotto il naso e non riusivamo a vederli. Butto la prima calata fino al primo fraz.; risalgo e preparo anche la seconda armando in parallelo anche l'ultimo frazionamento. Spit vecchi ed il bullone faticava non poco ad entrare (ho dovuto stringerne un paio fino alla morte!). Dopo accurata pulizia dei sassi dalle cengette, atterro sul nevaio, accompagnato dalla Lara e ci spostiamo dalla verticale: "LIBERAAAAAA".
Il cumulo nevoso discende abbastanza ripidamente per circa una ventina di metri di dislivello; sul fondo diventa ghiaccio vivo e noi, sprovvisti di ramponi, non siamo nenache riusciti ad andare a vedere la spaccatura che si è formata vicino alla parete e che sembrava scendere. Consiglierei gli speleo veronesi di andare a vedere opportunamente attrezzati: non si sa mai che il disgelo abbia aperto una nuova via!
L'ambiente è veramente suggestivo: ghiaccio, roccia, luce, il tutto con sottofondo musicale fatto dai gracchi che, con incredibili acrobazie, scendono ai nidi sulle cenge interne per dare da mangiare ai loro piccoli che reclamano a gran voce.
Scende Sara, alla sua seconda grotta verticale assoluta; la giusta dose di titubanza-paura-scaga, ma scende senza problemi. Gianluca risale con l'imbrago per la Francesca che scende assieme a Massimiliano. Per lei è la prima grotta verticale e, visto l'impressionante baratro che si accinge ad affrontare, se fa questo può andare dappertutto! La dose di titubanza-paura-scaga è elevata all'ennesima potenza; c'è pure un mix di terrore, ma, con velocità di poco superiore a quella di una lumaca, riesce a toccare il nevaio.
Visto dal fondo, il Buso è belissimo e ricorda un mix tra le grotte Sciason e Tanzerloch dell'Altopiano di Asiago. Anche se finisce subito, essa rappresenta un fenomeno unico per le cavità della Lessinia e la visita risulta veramente piacevole, anche per il contesto in cui si trova.
Iniziamo a risalire ed io approfitto per scattare anche dall'alto, appeso sul frazionamento. La Francesca non ce li ha fatti sentire, ma chissà quanti "porki" ha tirato sia contro se stessa (ma chi me l'ha fatto fare) che contro di noi (che glielo abbiamo fatto fare!). All'incredibile velocità stimata di 0,7 m/min arriva a mettere piede al sicuro sulla cengia tra una raffica di pacche sul casco e felicitazioni da parte di tutti: brava!
Nel frattempo serie di foto dall'esterno e servizio di cicerone per tutti gli escursionisti incuriositi che passavano nelle vicinanze.
San
Tutte le foto le trovi cliccando qui.

Il PhotoTeam di oggi: (davanti da sx) Sandro, Massimiliano, Sara, Lara
(dietro da sx) Gianluca, Francesca, Simona

2 commenti:

  1. Grande San e grandi tutti, foto stupende la migliore a mio avviso è la seconda.
    Marco Casali

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  2. come sempre un gran bel lavoro, complimenti a tutti.
    ciaociaociao damiano.

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