domenica 8 ottobre 2017

Gita CAI alla Grotta del Calgeròn

Per il ciclo “Vivere l’Ambiente – I monumenti naturali”, capitanati da da Maria Rosa Rebeschini del  TAM e Sandro Sedran dell'S-Team, ci ritroviamo domenica OTTO OTTobre alle OTTO e TRENTA, in TRENTAtre alla birreria TRENTI di Pove del Grappa VI (la numerologia non esiste, vero ?!).



Ci concediamo una veloce colazione e rapidamente ci raduniamo al parcheggio per le presentazioni ufficiali e per le prime indicazioni su come si svolgerà l’uscita. Siamo una bella “mandria”, le provenienze sono da diverse sezioni CAI, ci sono vecchie conoscenze, alcuni partecipanti non sono nuovi ad uscite speleologiche, altri alla loro prima volta (e da qui il nostro compito di renderla speciale).
E’ una bella giornata, fresca, sollevo lo sguardo verso la parete boscosa che si erge davanti a noi, cercando di rintracciare mentalmente la zona dove si trova l’ingresso della grotta.. ci aspetta una bella scarpinata!
Ma tanto è ripido il sentiero di avvicinamento, tanto è grande la meraviglia che regala questa grotta!
Apro una parentesi: questo sentiero (chiamato “della Pertica) è stato protagonista in questo ultimo periodo di una serie di ordinanze comunali che invitavano le persone a non percorrerlo. L’ultima, di metà settembre, ne prevedeva la riapertura MA mi sento vivamente di consigliare la MASSIMA ATTENZIONE agli speleo che intendono affrontarlo, specialmente dal bivio sino all’ingresso della grotta: le balaustre sono tutte cedute o pericolanti, il legno è marcio e in alcuni punti bisogna pure metterci i piedi sopra e non è il massimo. Insomma, non è proprio rimesso in sicurezza. E ancor più diventa impegnativo affrontarlo con persone inesperte, pertanto mi sento di comunicarvi che percorrerlo è a “vostro rischio e pericolo”.
Arriviamo tutti col fiato corto. Ci si cambia velocemente e Simona va a fare una prima perlustrazione per verificare la necessità di dover gonfiare col poco fiato rimasto il gommone.. nooo, ci siamo portati la pompa ;)
Pian piano iniziamo ad entrare, superiamo il primo laghetto, superiamo la cancellata d’ingresso ed eccoci finalmente nella Sala delle Vasche. E’ una meraviglia, come sempre. Posso aver visto che questa sala svariate volte, ma ogni volta la magia si ripete. Ci sono pure dei "pippini" sonnacchiosi a farci compagnia.. Consigliamo ai nostri amici esploratori di non camminare sulle bianche vaschette e arriviamo al secondo lago, quasi in secca, ovvero l’acqua arriva sino al ginocchio: non serve quindi il canotto! Chi con titubanza, chi con più entusiasmo, lo attraversiamo facendo il primo inzuppamento, ma ne seguiranno molti altri… yuhuuuuuu!!!!! Da qui si incontra il primo bivio, a destra si va al Lago Pasa, noi imbocchiamo la sinistra
Ci snoccioliamo come un lombricone nel ramo principale di questa stupenda grotta, siamo in tanti ed è difficile adeguare il passo a tutti.. ogni tanto qualcuno si perde, ma viene facilmente ritrovato e rimesso nella giusta direzione. Pure io sbaglio i bivi, “Di qua si va a destra o a sinistra?”, sono in testa coi ragazzini ed è impossibile non farsi coinvolgere dal loro entusiasmo e dai loro giochi con le palline di fango. Immaginiamo di essere degli “Indiana Jones” e le marmitte che ricoprono il pavimento sono un’ottima ambientazione. Ma non sono piene di lava da evitare, anzi, più ci bagniamo più ci divertiamo!
Si striscia in un unico punto, stesi su un letto di ciottoli che non ostacola per niente il nostro passaggio e che ci avvicina sempre più alla cascata. Sentiamo da lontano un rombo.. uno sciabordio d’acqua… che si rivela ben presto essere un rigolo d’acqua che scende dall’alto: in questa zona della grotta c’è un divertente gioco di echi che amplifica ogni rumore. Ma, della cascata alla base della “Chioccola”, nemmeno l’ombra.
Superato il passaggio della Chiocciola, ci accomodiamo e aspettiamo che il gruppo si ricompatti, per poi radunarci in una saletta per una merenda.
Coi bambini ci lanciamo alla scoperta del cunicolo iniziale del Ramo Nuovo, strisciando a gran velocità sulla sabbia. Dopo di che, ci mettiamo al buio ad aspettare che arrivino i nostri compagni di viaggio, accendendo le luci e urlando per spaventare i malcapitati arrivati.
Finito di sbocconcellare le mie tristi barrette, ci si rimette in marcia non verso l’uscita ma in direzione Lago Roner.. si scende nella grande Sala Nera aggirando i grandi massi ed ad un certo punto mi fermo.. davanti a me si trova il lungo tunnel sabbioso che porta al lago, ma non vogliamo svelare subito l’ultima divertente sorpresa…
Non resta che affrontare questa divertentissima corsa.. Invitiamo tutti a lanciarsi a tutta birra, in una specie di prova di fiducia (i piedi affondano nella sappia dando sicurezza ai passi, l’unico rischio è di fare un tuffo nel lago). Poi bisogna anche risalire, ma ci si distrae facilmente osservando le persone che corrono verso la discesa. Qualcuno prova anche ad attraversare il lago giungendo sino alle zone terminali di valle.
Non resta che fare dietro front, per andare a salutare la signorina desnuda , vero il lago Pasa. Anche qui non mancano i laghetti, e ogni tanto si sente >>SPLASH<< .. qualcuno che fa un involontario bagno tra l’ilarità generale di tutti. Ormai nessuno si preoccupa di non bagnarsi, è impossibile rimanere asciutti.

Immancabile foto di gruppo e ci dirigiamo verso l’uscita. Sono le 4 di pomeriggio e fuori dalla grotta c’è ancora un bel tepore, la stagione permette di cambiarsi senza patire il freddo (visto che siamo appunto tutti bagnati e bisogna togliersi gli abiti zuppi, mutande comprese).
Una volta indossato qualcosa di più asciutto, il lombricone si riforma per tornare alle macchine. Qualcuno saluta e riparte verso casa, altri (me compresa) optano per andare a reintegrare i sali minerali con una bella birra fresca alla birreria “Cornale”.

E’ stata una giornata avventurosa e , piena di adrenalina, tutti si sono divertiti e sono lieta di averla vissuta insieme ai nuovi e vecchi compagni di grotta.

Bianca Trevisan

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