sabato 3 settembre 2016

Abisso Cabianca, foto test su pozzo a tubo

di Sandro Sedran

In vista dell'uscita fotografica all'Abisso del Novegno, dove dovremo fotografare un bel pozzone da 200m!, abbiamo aprofittato dei giorni passati al raduno "tutti giù in Lessinia", di Velo, per andare a visitare una grotta che ci mancava: l'Abisso Cabianca.


Esso è una grotta di breve sviluppo, sostanzialmente pozzetto+scivolo+pozzo, ma che presenta uno dei più bei pozzi presenti nella nostra regione.

Purtroppo non gode di buona fama per via del pericolo di caduta sassi e dell'impossibilità di ripararsi adeguatamente per chi si trova sul fondo del pozzo. Guardando il rilievo si capisce subito come quello scivolo scarichi il suo materiale nel pozzo.
Per evitare problemi, la soluzione è andarci in poche persone e raggupparsi tutti a valle dello scivolo prima di procedere in discesa ed in salita, in modo che non ci sia nessuno lungo il pozzo quando qualcuno percorre lo scivolo.

Sandro, dovendo armare la grotta, ha avuto la possibilità di fotografare il pozzo solo da sotto, mentre da sopra ci sarebbe stata la possibilità di avere immagini più suggestive e che rendevano meglio l'idea della profondità. Si faranno un'altra volta o le farà qualcun altro, stimolato da questo articolo ;-)

Abbiamo usato due tecniche diverse. La prima sfruttando una funzione della Canon 6D, cioè la possibilità di scattare più fotografie una sopra all'altra sommando le luci di ognuna e vedendo immediatamente la grotta che s'illumina progressivamente man mano che si sposta la luce.


La foto è bella illuminata, ma lo svantaggio è che lo speleologo diventa un fantasma perchè schiarito dalla luce memorizzata nello scatto precedente (la tecnica somma le luci, quindi la sagoma nera dello speleo viene sormontata). Non è bello poi vedere sempre la stessa persona ripetuta tante volte, ma con un buon fotoritocco si risolve. Tra l'altro qui abbiamo parecchie zone sfuocate e quindi questo scatto è solo un test e verrà scartato.

L'altra tecnica è quella degli scatti singoli, facendo sempre illuminare ad altezze diverse, assemblati poi in Photoshop tramite l'utilizzo dei livelli e delle maschere di livello per togliere l'effetto fantasma.
Il risultato è meno efficace sotto l'aspetto dell'illuminazione, ma più definito.


Possiamo vedere come lo speleo si sovrappone troppo man mano che sale e lo spazio di visualizzazione nella foto diminuisce.
Quello che segue è uno scatto singolo rielaborato nelle luci ed ombre ed è decisamente più suggestivo rispetto ai precedenti!


Sandro ha poi fatto fare uno scatto controluce, che sappiamo essere la cosa più bella. Purtroppo non c'era possibilità di schermarlo e quindi ci troviamo la palla di luce del faro.


Sfruttando l'assemblaggio degli scatti singoli, tenendo solo 3 livelli su cinque (per non avere gli speleo sovrapposti) ed includendo anche il controluce, ecco il risultato:


AAAANNNH! Che ne dite, eh? Magia della post-produzione!
Concludendo: fare foto da sotto, senza la possibilità di spostarsi da sotto la verticale, non produce risultati che valorizzano la profondità del pozzo. Qui avevamo una visuale di 60m, ma la sensazione è di trovarsi in un pozzo molto più corto.
Ottica utilizzata: Tamron 28-300. Impostato sui 28mm, ha escluso tutta la parte bassa del pozzo, almeno 6m da terra.
Ringraziamo Giorgio Annichini ed Andrea Ceradini per le info sulla grotta.

S-Team di oggi: Sandro, Filippo, Massimiliano con i gadget trovi sul fondo del pozzo

Nessun commento:

Posta un commento