Ci troviamo sull'Altopiano dei Sette Comuni o di Asiago (VI), più precisamente sulle pendici del monte Zingarella, nei pressi dell'omonima malga.
Uscita congiunta con gli amici del gruppo di Schio; Cesare e Carlo ci hanno spianato la strada armando la grotta, mentre i neo-corsisti Roberto ed Isaia si sono aggregati per provare nuove ed intense emozioni assieme a noi dell'S-Team: Damiano, Sandro e Simona.
Il tempo non era dei migliori e temevamo di entrare bagnati fradici, ma ci siamo beccati solo una leggera pioggerella.
A settembre di due anni fa ci avevamo provato pure noi da soli ad entrare, ma non avevamo trovato nessun varco già nel nevaio iniziale alla base della dolina-pozzo di accesso. Questa volta invece c'era un foro bello largo proprio nel punto in cui facevamo gli scemi ignari di quello che potevamo avere sotto i nostri piedi.
Nel passaggio tra nevaio e parete troviamo un piccolo ripiano dove indossare i ramponi. Poi un ultimo frazionamento e si entra in un'ampia sala dove il nevaio scende obliquamente fino a diventare pianeggiante.
Subito ci accoglie una grande e spettacolare colonna di ghiaccio spezzata dal movimento del nevaio che l'ha fatta traslare a valle di un metro.
Sul fondo della sala, sul lato destro, si trova una colata con alla base numerose stalagmiti di ghiaccio: bellissimo! Carlo e Cesare ci annunciano che il foro che dovrebbe condurre nella sottostante Sala Zero è chiuso. Che peccato, ma anche l'essere arrivati fin qui è per noi già una bella soddisfazione. Ci mettiamo a fotografare la sala mentre gli altri vanno a curiosare lungo un pertugio sul lato destro del ghiacciaio.
Dopo una ventina di minuti ritorna Carlo che ci annuncia: "si passa!". Terminiamo la foto e ci avviamo lungo uno stretto passaggio tra ghiaccio e parete che poi si abbassa di una decina di metri entrando in una bellissima condotta tra roccia e ghiaccio lavorato a scallops dall'aria. Qui troviamo Roberto che sta schiattando dal freddo a causa di un abbigliamento un po' troppo leggero per questo tipo di grotte e senza piumino al seguito. Un bel tè caldo ci sarebbe stato proprio bene.
Cesare sta piantando l'ultimo frazionamento prima della calata nel vuoto assoluto della Sala Zero.
La discesa è un po' impegnativa per via della corda nuova che scorre veloce e bisogna prestare attenzione alla manovra piuttosto che stare a guardare il grandioso tappo di ghiaccio che sembra sospeso nel vuoto sopra le nostre teste: impressionante! Ce lo godremo meglio durante la risalita.
La Sala Zero è sicuramente una tra le più grandi dell'altopiano; essa scende inclinata abbastanza ripida su fondo di detriti da crollo. Solo nella parte sotto il ghiacciaio il fondo è misto a ghiaccio. In corrispondenza di una faglia trasversale la cavità si allarga ulteriormente creando una sorta di scalino per poi scendere ulteriormente tra blocchi più grandi fino ad uno stretto pertugio tra soffitto e fondo dove bisognerà scavare per trovare una prosecuzione. Le foto della sala non rendono bene le misure.
Mentre i compagni iniziano a risalire, facciamo altri scatti in cui compare il ghiacciaio pensile. Non siamo stati molto soddisfatti perchè l'ideale sarebbe stato avere un flash in mano allo speleo che saliva. Essendo completamente nel vuoto, è impossibile che lo speleo appeso resti fermo per i secondi necessari allo scatto. Un flash avrebbe "congelato" (come se non bastasse la bassa temperatura!) il suo movimento.
Una bella cascata, che prima non c'era, scende dal ghiacciaio dalla parte opposta della parete (dove c'era il passaggio originario); è il segno che fuori ha piovuto parecchio. Meno male che non siamo scesi da lì! Una volta fuori ci accoglie un'abbondante caduta d'acqua del ruscelletto che si getta nella voragine. La pioggia ci ha risparmiato la lavata prima di arrivare alle macchine.
Conclusione con una buona pizza a Treschè Conca. Peccato che neanche questa volta abbiamo fatto la foto di gruppo, ma i pensieri erano tutti concentrati sulle grandi emozioni che questa uscita ci ha regalato.
San
Mi fa un male boia al collo a causa di tutto il tempo che sono stato con il naso all'insù per guardare il tappo di ghiaccio!
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