Partenza presto per essere lì alle 8:30, dato che oggi apriranno la grotta solo che per noi e quindi, prima usciamo, e prima vanno a casa gli amici triestini della Società Adriatica di Speleologia.
Tra vestizione, avvicinamento e registrazione sul registro dei visitatori, entriamo in grotta alle 9:40. Subito troviamo la sorpresa della nuova costruzione posta sopra la botola d'ingresso in fondo alla dolina: mi dispiace, ma a nessuno di noi è piaciuta. Ma quanto "bella" era la vecchia botola? S'integrava molto meglio nell'ambiente essendo meno invasiva. Pazienza, però bisogna tener conto che la costruzione serve per raccogliere tutte le centraline di rilevamento degli studi scientifici che vengono fatti all'interno della grotta; prima, con le piogge, questi strumenti si rovinavano parecchio.
Durante la discesa ci fermiamo per fare qualche foto. Mi dispiace di non aver portato dei cordini di sicurezza per la macchina fotografica che mi avrebbero consentito di fare qualche foto dall'alto che meritava.
Ad un certo punto troviamo una targhetta che indica il livello dell'acqua raggiunto nel 1915: siamo a circa +110m sopra il livello normale del fiume!!!
Le piattaforme del P50 e le ultime rampe di scale prima della caverna
Arrivati nella Caverna Lindner l'emozione è alle stelle: il nero assoluto davanti a noi. Capita raramente di trovare ambienti così grandi che t'impressionano come questo: stupendo!Scendiamo lungo la sabbia (fantastico!) verso il fondo dove scorre il Timavo, ma io resto alto perchè devo trovare la posizione ideale per portare a compimento l'obbiettivo che ci siamo prefissati: fotografare come si deve questa grandiosa caverna che nessuno ha mai ritratto per intero.
Nel nero più assoluto, il problema principale è stabilire l'inquadratura e mettere a fuoco; con 2-3 scatti di prova (illuminando con un faro di profondità) ci riesco e finalmente, con le radio, comando i compagni sotto che si posizionano con le luci. Iniziano dalla caverna del lago Timeus (che risulterà veramente piccola nel contesto di tanta grandiosità); poi seguono il fondo della caverna spostandosi verso il sifone d'uscita e fermandosi 3 volte in punti differenti a pennellare la luce per 30 secondi, mentre due di loro risalgono il sentiero per illuminare tutta la parte sinistra.
Il piccolo display della macchina fotografica non mi consente di capire bene la qualità, ma vedo da subito che i nuovi potenti faretti hanno fatto un egregio lavoro. A casa assemblo il tutto e.... voilà!
Pranziamo vicino al fiume (mai visto un livello così basso! si vede che sono 4 mesi che non piove!) e poi risaliamo faticosamente per la sabbia fino all'inizio della scale che fotografiamo.
La risalita ti frega ogni volta: si parte sempre troppo veloci e presto si arriva ad avere il fiatone. Per assurdo, ho fatto meno fatica alla fine perchè i ritmi erano molto più blandi ed il fisico aveva più tempo per recuperare.
Un ringraziamento al caro Sergio d'Ambrosi, il "Signor Abisso di Trebiciano", che ogni volta ci fa gli onori di casa e ci accoglie con il profumo di tabacco della sua mitica pipa e la sua imperscrutabile calma e compostezza.
S-Team di oggi ritratto con dietro il nero assoluto della Caverna Lindner:
da sx Simona, Pier Giorgio, Gianluca, Lara, Tullio, Sandro
Un plauso agli eccezionali light-wo-men che sono riusciti ad assecondare il fotografo senza avere la minima idea delle sue intenzioni e muovendosi in un ambiente difficile.
RispondiEliminaBellissimo ambiente e complimenti per la foto
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