Trou Souffleur de Salindre, questo il nome completo della grotta e significa buco soffiante di Salindre. Si trova nei pressi di Andouze, nel sud della Francia.
Abbiamo scoperto per caso l'esistenza di questa grotta sfogliando le foto di alcuni miei contatti su internet. Dopo una ricerca sul gruppo speleo che opera in zona, sono riuscito a contattarli ed a fissare una data per la visita. La vacanza programmata in Francia è stata opportunamente adattata per consentirci di non perdere questo appuntamento, occasione e privilegio unici perchè, per la tutela della grotta, sono consentite solo 12 visite all'anno e con un massimo di 8 speleologi (no turisti!) alla volta. L'onore è stato ancora più grande quando abbiamo saputo che eravamo i primi italiani a visitarla. Sono certo che il nostro curriculum fotografico è stato un ottimo biglietto da visita, altrimenti non credo che ci avrebbero consentito di entrare.
Scoperto nel 1997, quel minuscolo buco soffiante è stato aperto in due tornate di scavi, una nel 2000 e poi nel 2004 ed a chi è entrato per primo si è svelato un mondo da fiaba!
Aragoniti ovunque! Moltissimi dei passaggi devono essere fatti con la massima cautela perchè si passa a pochi centimentri da splendide concrezioni. Alle salette più belle si può accedere solo due alla volta ed il passaggio nelle zone più delicate è precluso ai visitatori per evitare il rischio che movimenti incontrollati possano causare danni.
Affinchè i ciuffi di aragonite possano svilupparsi così tanto, bisogna per forza che la grotta sia antichissima. Infatti, all'esterno, ci è stato possibile osservare delle concrezioni da colata all'aria aperta; cioè la grotta che ci stava sopra è crollata ed è stata asportata verso valle del pendio da antiche glaciazioni e dagli agenti atmosferici.
Le aragoniti hanno avuto modo di svilupparsi abbondantemente anche sopra stalattiti crollate chissà quando.
Dato che per noi era la prima volta che vedavamo le aragoniti, ci siamo concentrati nella fotografia dei particolari, tralasciando la parte di documentazione degli ambienti. D'altronde avevamo poco tempo e, se ne avessimo avuto la possibilità, saremmo rimasti dentro per almeno due giorni senza mai staccarci dalla macchina fotografica!
Per proteggerla, oltre alle limitazioni d'accesso accennate prima, l'ingresso viene ogni volta tappato sotto un metro di sassi e macigni e la superficie mascherata con rami ed arbusti. Al suo interno c'è poi un cancello con due lucchetti a serrature speciali. Ben venga! Se serve a salvare simili meraviglie.
L'accesso al geode della saletta terminale, può essere fatto solo dopo essersi tolti tuta, scarpe e depositato qualsisi indumento sporco. Si cammina sopra i cristalli e si soffre come dei fachiri sopra i chiodi!
Un ringraziamento speciale a Laurent Boulard per averci accompagnato e fatto sognare ad occhi aperti.
Appena disponibile (chissà quando) vi faremo vedere anche il video.
S-Team di oggi: Sandro, Simona, Alberto, Chiara, Laurent
Vedi tutte le foto fatte cliccando qui.
Alla faccia di chi afferma che tutto è stato visto e fatto.
RispondiEliminaI miei sinceri complimenti per la ricerca. Per le foto credo sia scontato.