Con l'occasione volevamo pure vedere di persona il lavoro di infissione di alcuni scalini in acciaio in quei punti dove di solito si faceva più fatica, esposti o delicati. Diciamo che all'andata ci sono sembrati eccessivi, specie nel tratto dalla Cascata fino a Sala Pasa, ma poi al ritorno, quando sei stanco, li abbiamo apprezzati maggiormente, anche se alcuni erano veramente inutili ed in posizioni assurde.
Vabbè, adesso anche "veci" e "bocie" avranno più possibilità di arrivare facilmente al bivacco e tutti faremo meno fatica.
Il PhotoTeam al bivacco: Sandro, Simona, Alberto, Donato, Sara, Massimiliano
Al bivacco non si può restare indifferenti allo splendido sole disegnato sulla facciata ed il pensiero non può che correre agli esploratori che qui dormivano negli anni '70 dopo le fatiche delle punte al Ramo Nero.Dopo qualche foto, siamo scesi sul ramo attivo in direzione del sifone. Pensavo di fare qualche foto in più qui, ma mi è mancata l'ispirazione; sarà per un'altra volta.
Discesa dal bivacco verso il ramo attivo
L'accesso al salone del sifone è talmente nascosto che pochi credo sappiano trovarlo. Superata la Colata Bianca, si continua per l'acqua fino ad un lago sifone che chiude la strada. Io stesso pensavo fosse quello il sifone finale; invece, sulla sinistra, un bassissimo laminatoio conduce ad un piccolo foro in salita che ti fa sbucare in una gigantesca sala. Impressionante vedere come una patina di limo copre tutto, segno inequivocabile che durante le piene qui si allaga tutto!
Sala del sifone
Nel sifone terminale c'è ancora la sagola degli speleosub che si sono immersi per circa 35m di lunghezza fino ad una frana che blocca la prosecuzione. Qui o in zona Peep, un congiungimento con i Rami dei Sabbioni consentirebbe di compiere un favoloso giro circolare.Con grande sorpresa nel sifone c'è vita! Oltre ai niphargus (i gamberettini bianchi) c'erano pure delle monolistre belle grosse! Ve le faremo vedere nei filmati fatti.Conclusione di rito al Bar Rana davanti a birra e bruschetta!
Tutte le foto fatte le trovi cliccando qui.
Sandro Sedran
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