sabato 31 marzo 2012

Ultima Spiaggia, l'ex frontiera della Rana

Finalmente abbiamo realizzato il sogno ricorrente da quarant'anni in generazioni di speleologi vicentini: entrare nel Buso della Rana dal secondo ingresso!
Sandro




domenica 25 marzo 2012

Villanova mon amour

La Grotta Nuova di Villanova rientra sicuramente tra le nostre preferite. Stavolta ci siamo andati anche se non era in programma. Infatti si doveva andare a fotografare le parti attive dell'Abisso dei Partigiani assieme agli amici del GS San Giusto di TS.
Entriamo ai Partigiani, ma dopo un paio di saltini ci fermiamo parecchio tempo e quelli dietro non arrivano. Uno dei nostri è andato in para su un passaggio in corda un po' particolare ed è tornato indietro. Stiamo rallentando di brutto i triestini e decidiamo di farli andare avanti. Alla fine decidiamo pure di uscire perchè, anche se arriviamo alla parte attiva con la lentezza che abbiamo, non riusciremo a fare nulla perchè sarebbe già ora di tornare indietro.
Una volta fuori chiamiamo la Lucia Braida ed abbiamo la fortuna di beccarla che si trova fuori al Terminal Grotte assieme ad una marea di altri speleo che hanno fatto la posa di una targa in Doviza.
Arriviamo là e troviamo gran festa: triestini, udinesi, goriziani, tanti e tanti amici speleo con il gotto in mano ci coinvolgono e ci accolgono calorosamente. 
Loro vanno a pranzare, noi ci facciamo dare le chiavi ed entriamo in grotta parcheggiando di fronte all'ingresso come dei veri vips. Passa di là anche Alberto e ci invita a fotografare anche il ramo Battisti; ce ne mancano di rami da visitare! Abbiamo lavoro aperto per molto tempo qui dentro. 
L'altra volta avevamo visto il bel Ramo della Faglia, ma non la troppa gente attorno mi aveva fatto passare l'ispirazione di tirar fuori la macchina fotografica; però guardavo ed osservavo bene le cose interessanti da ritrarre. Stavolta siamo solo noi e posso scattare in piena tranquillità senza curiosi attorno che spiino le nostre tecniche. ;-)
Dopo lo specchio di faglia che dà il nome al ramo, poco oltre, si trova la saletta con le splendide stalagmiti bianche quasi trasparenti. Qui dobbiamo per forza usare il controluce per metterle bene in risalto. Sul fondo c'è un passaggio dalla volta triangolare adornato di vele candide e trasparenti.

Mentre stiamo ritornando nel ramo principale abbiamo la fortuna di vedere una cosa insolita per noi speleo: I TURISTI ! Loro guardano noi incuriositi e noi facciamo lo stesso nei loro confronti: curioso.
Scendiamo oltre la parte turistica per vedere i lavori di prolungamento e per tentare di fotografare un posto che piace tanto alla Lucia, ma che non si è capito bene quale sia. Ed infatti non lo fotografiamo, ma immortaliamo un paio di posti prima che di lì passino le passerelle.
 Una volta usciti ci fermiamo a cenare al Terminal Grotte dove, con grande sorpresa e piacere, troviamo gli amici dei gruppi di Monfalcone e Cividale reduci dall'ultima uscita del loro corso.
Azz! Non abbiamo neanche fatto la foto di gruppo dell'S-Team di oggi. Comunque eravamo Sandro, Simona, Donato e Lara.

domenica 11 marzo 2012

Grotta Claudio Skilan - prima puntata

E' stata compiuta la prima di tre (o quattro) uscite fotografiche che avranno l'obbiettivo di fotografare il ramo della Galleria Brena fino in fondo al mitico ex-laghetto cristallizzato.
La prima uscita è stata dedicata alle gigantesche vasche del ramo sospeso a 40m dal fondo del P140. La sua visita comporta il passaggio del non facile traverso che s'imbocca scendendo sulla via appoggiata del P140. La dimensione di queste vasche è qualcosa di esagerato e mai visto da nessun'altra parte: stupende!
Siamo poi scesi alla base del pozzone per fotografare anche lui; non tutto, ma solo la parte bassa, dato che poi sparisce dalla vista di chi sta sul fondo. E' un'immensa, splendida ed unica colata che scende per 140 metri. In alto a destra è possibile vedere la tuta rossa di Donato che si trova sul traverso per le vasche.
Mentre ci muovevamo sul fondo, e durante le prime fasi della risalita, abbiamo ri-assaporato la sgradevole sensazione del respiro affannoso causato dalla scarsità d'ossigeno che caratterizza questa parte di grotta.
Uscendo siamo andati a curiosare anche nella Galleria Alma dove ci ha impressionato la bellezza delle concrezioni e dei suoi laghetti. Meriterà sicuramente l'attenzione dei nostri scatti.
E poi, una volta fuori, abbiamo ricevuto un'accoglienza che ogni speleo si sogna quando esce da una grotta: gli amici del gruppo Debeljak ci hanno fatto trovare la cena pronta e bibite a volontà nella baracca posta a 2m dall'ingresso. Favoloso! Ci dispiace solo che li abbiamo fatti aspettare tre ore più del previsto.
S-Team di oggi: Alberto, Massimiliano, Sara, Donato, Simona, Sandro
Tutte le foto fatte le trovi cliccando qui.

domenica 4 marzo 2012

Abisso di Trebiciano

Dopo tanti anni ritorniamo nel mitico Abisso di Trebiciano dato che "ci tocca" in quanto dobbiamo fare la ricognizione per la gita del CAI Dolo che avverrà il 6 maggio.
Partenza presto per essere lì alle 8:30, dato che oggi apriranno la grotta solo che per noi e quindi, prima usciamo, e prima vanno a casa gli amici triestini della Società Adriatica di Speleologia.
Tra vestizione, avvicinamento e registrazione sul registro dei visitatori, entriamo in grotta alle 9:40. Subito troviamo la sorpresa della nuova costruzione posta sopra la botola d'ingresso in fondo alla dolina: mi dispiace, ma a nessuno di noi è piaciuta. Ma quanto "bella" era la vecchia botola? S'integrava molto meglio nell'ambiente essendo meno invasiva. Pazienza, però bisogna tener conto che la costruzione serve per raccogliere tutte le centraline di rilevamento degli studi scientifici che vengono fatti all'interno della grotta; prima, con le piogge, questi strumenti si rovinavano parecchio.
Durante la discesa ci fermiamo per fare qualche foto. Mi dispiace di non aver portato dei cordini di sicurezza per la macchina fotografica che mi avrebbero consentito di fare qualche foto dall'alto che meritava.
Ad un certo punto troviamo una targhetta che indica il livello dell'acqua raggiunto nel 1915: siamo a circa +110m sopra il livello normale del fiume!!!
 Le piattaforme del P50 e le ultime rampe di scale prima della caverna
Arrivati nella Caverna Lindner l'emozione è alle stelle: il nero assoluto davanti a noi. Capita raramente di trovare ambienti così grandi che t'impressionano come questo: stupendo!
Scendiamo lungo la sabbia (fantastico!) verso il fondo dove scorre il Timavo, ma io resto alto perchè devo trovare la posizione ideale per portare a compimento l'obbiettivo che ci siamo prefissati: fotografare come si deve questa grandiosa caverna che nessuno ha mai ritratto per intero.
Nel nero più assoluto, il problema principale è stabilire l'inquadratura e mettere a fuoco; con 2-3 scatti di prova (illuminando con un faro di profondità) ci riesco e finalmente, con le radio, comando i compagni sotto che si posizionano con le luci. Iniziano dalla caverna del lago Timeus (che risulterà veramente piccola nel contesto di tanta grandiosità); poi seguono il fondo della caverna spostandosi verso il sifone d'uscita e fermandosi 3 volte in punti differenti a pennellare la luce per 30 secondi, mentre due di loro risalgono il sentiero per illuminare tutta la parte sinistra.
Il piccolo display della macchina fotografica non mi consente di capire bene la qualità, ma vedo da subito che i nuovi potenti faretti hanno fatto un egregio lavoro. A casa assemblo il tutto e.... voilà!
Pranziamo vicino al fiume (mai visto un livello così basso! si vede che sono 4 mesi che non piove!) e poi risaliamo faticosamente per la sabbia fino all'inizio della scale che fotografiamo.
La risalita ti frega ogni volta: si parte sempre troppo veloci e presto si arriva ad avere il fiatone. Per assurdo, ho fatto meno fatica alla fine perchè i ritmi erano molto più blandi ed il fisico aveva più tempo per recuperare.
Un ringraziamento al caro Sergio d'Ambrosi, il "Signor Abisso di Trebiciano", che ogni volta ci fa gli onori di casa e ci accoglie con il profumo di tabacco della sua mitica pipa e la sua imperscrutabile calma e compostezza.

S-Team di oggi ritratto con dietro il nero assoluto della Caverna Lindner: 
da sx Simona, Pier Giorgio, Gianluca, Lara, Tullio, Sandro

sabato 3 marzo 2012

Cave di Prun

Ci sono posti creati dall'uomo un tempo molto frequentati e brulicanti di vita, ma che poi, per un motivo o per un altro, vengono abbandonati a se stessi e passano nell'oblio.
Le cave di Prun sono state intensamente sfruttate per l'estrazione della famosa pietra della Lessnia ed abbandonate decenni fa. Noi speleologi sappiamo che tutte le cavità che non sono state create dalla Natura sono estremamente instabili e diventano altamente pericolose quando l'uomo ne abbandona la manutenzione.
Le cave sono state scavate lasciando dei pilastri di sostegno alla volta, spesso troppo esili per consentire al soffitto di raggiungere un equilibrio stabile a franapoggio. La pietra tenera delle stratificazioni che fanno da soffitto ovunque, con il passare del tempo si è indebolita ed ha causato il crollo del soffitto in più punti. I crolli che si vedono sono avvenuti in diversi momenti, ma è chiaro che prima o poi ne avverranno ancora e le vistose crepe sono un segno inequivocabile. L'ultimo terremoto, con epicentro proprio da queste parti, ha causato nuovi ed importanti crolli.

La nostra documentazione fotografica è stata richiesta per portare l'attenzione delle autorità sul pericolo di nuovi crolli, specie nel tratto di cava che passa proprio sotto la strada comunale.
Comunque, anche se di origine umana, queste cave presentano un fascino ed una bellezza capace di destare meraviglia al visitatore che le percorre, specie se viene accompagnato da qualcuno che gli racconta la storia di questi luoghi.

Foto S-Team (Sandro e Donato) in collaborazione con Sandro Dalle Pezze.
Tutte le foto fatte le trovi cliccando qui.