domenica 6 aprile 2014

Bo' Pavei con il Gruppo Grotte Treviso

Il Bo' dei Pavei, gran bella grotta del Montello col suo tipicissimo conglomerato, è stata la meta di un gruppetto di s-teamiani domenica 6 aprile per una bellissima uscita "soft".
In compagnia di alcuni membri del Cai di Treviso, alcuni dei quali alla loro prima discesa in ipogei, e con la sapiente assistenza di specialisti del vicino Gruppo Grotte Treviso, l'appuntamento mattutino era per le 9 a Giavera del Montello.
Poco distante da lì, raggiunto in macchina un boschetto del Montello in una splendida giornata di sole, parte la nostra escursione. La foto mostra tutte le tute belle linde alla partenza dalle macchine.


In superficie.
Nella breve passeggiata che ci permette di raggiungere la grata con cui è chiuso l'ingresso, nelle nostre menti, a seconda delle preferenze gastronomiche di ciascuno, prendono forma immagini di succulenti arrosti o invitanti frittatine.

Qualche gitante domenicale sta facendo forse una grigliata nei paraggi?
Nient’affatto. E' tutto dovuto alla presenza del forte profumo molto simile ad un misto di aglio-cipolla che si sprigiona dalla lussureggiante vegetazione a terra, piegata dai nostri stivali.
Lo specialista ortofrutticolo del gruppo ci mostra l'aglio ursino presente tutt'intorno.
Questo forte odore ci rimarrà nelle narici poi anche sottoterra.

Sotto.
All'ingresso il percorso inizia con una scaletta verticale di circa venti metri.
Poi l'itinerario seguito da noi è sempre agevole e semi-orizzontale.
Solo un paio di saltini verticali di pochi metri c'è, uno da fare in un cunicolo "quasi-cilindrico" in comoda contrapposizione e l'altro da superare con l'aiuto di una corda fissa provvista di qualche nodo.


Per il resto, è quasi sempre possibile avanzare nella mia posizione preferita, ovvero col naso all'insù ad ammirare la forma dei "corridoi".
In alcuni punti, il soffitto si alza di parecchi metri, il lavoro di scavo dell'acqua è stato potentissimo in questo conglomerato.
Vediamo le forme più insolite -secondo me - di erosione del conglomerato proprio dove l'altezza dei passaggi è maggiore.
Alcuni sassi neri rotondeggianti rimangono miracolosamente attaccati alle pareti verticali, attaccati solo per pochi millimetri.

E i profili dei passaggi ricordano dove l'acqua deve aver raggiunto i suoi livelli nei vari periodi nel tempo.
Seguiamo quasi sempre il ruscelletto, che nel prosieguo della escursione - ci pare - diminuisce la sua portata.
In alcuni punti, nel "pavimento" anche alcune marmitte.
Verso la fine, un tortuosissimo e bel meandro attende la nostra allegra combriccola.
Sarebbe possibile - volendo - avanzare ancora un po' ma carponi e con la pancia nell'acqua. Ma anche no, decidiamo di ritornare indietro.
A Giavera poi, chi può, fa uno spuntino veloce insieme per rilassarsi un po’ alla luce del sole, dopo la bella e divertente esperienza appena condivisa tutti insieme.
Ringraziamo tutta la bella compagnia: i partecipanti del gruppo del Cai di Treviso e Federico che ci ha gentilmente passato le foto degli “interni” e soprattutto i membri del Gruppo Grotte Treviso che ci han assistiti e fatto da ciceroni.
Lara

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