lunedì 27 dicembre 2010

Buso delle Anguane

Uscita in zona Valdagno accompagnati dagli amici del Gruppo Grotte locale.
Volevamo visitare una grotta facile e carina da aggiungere alla lista delle grotte venete che finiranno nel prossimo libro. Il Buso delle Anguane è un classico per l'accompagnamento di bambini.
Nonostante le grandi quantità d'acqua piovute nei giorni precedenti, pur essendo una grotta attiva, è sempre possibile visitarla; magari si trovano i livelli un po' più alti e l'acqua arriva massimo a metà coscia.
Lasciamo le macchine alla Contrada Gaiarsa e c'incamminiamo sotto una leggera nevicata verso Contrada Urbani di Sotto che si supera e si scende per carrareccia fino al livello del fondovalle sottostante. Superato il ponte in cemento si devia a destra risalendo per traccia di sentiero la destra idrografica della valle costeggiando il letto del torrente (ieri bello gonfio d'acqua!). Si passa sotto una parete rocciosa e si aggira a destra un grosso blocco di roccia; appena oltra si nota un arrivo d'acqua e sulla sinistra, 5-6 m sopra il livello del torente, si apre l'ingressso della grotta. Se si arriva a costeggiare un salto-cascata di una decina di metri, allora si è andati troppo avanti.
Dall'ingresso si scende fino al livello del ruscello interno e si presentano subito due possibilità: risalire la via d'acqua, ma si corre il rischio di bagnarsi subito a causa del basso soffitto, oppure salire a sinistra per percorrere una stretta ed alta fenditura nella roccia (diaclasi) che by-passa il tratto attivo.
Ritornati a livello del ruscello non resta altro da fare che risalirlo seguendo la condotta meandriforme scavata nei calcari nummolitici e levigata dallo scorrere delle acque che ovunque formano anse, colonne di roccia e cascatelle.
In alcuni tratti la galleria si presenta alta parecchi metri, con un tratto fossile sovrapposto all'attivo che avolte consente di camminare a qualche metro dall'acqua; altri tratti sono invece abbastanza bassi e costringono ad avanzare con il busto piegato.
 A circa metà percorso si trova la parte più spettacolare della grotta: una galleria rettilinea lunga circa 50 metri con la classica forma a "buco di serratura". La parte superiore, più larga, si è formata in regime di completo allagamento; quando il flusso idrico è diminuito ecco che l'erosione è avvenuta verso il basso creando la stretta gola in cui oggi scorre il ruscello.
Si prosegue per l'ultimo tratto basso fino alla saletta del sifone che pone termine alla grotta. Il sifone è stato esplorato per 5 metri fino ad un blocco roccioso che impedisce agli speleosub di proseguire.
Dalla saletta del sifone si sale su un ramo fossile, che passa nei pressi della famosa e storica Anguana di sabbia, per poi ridiscendere nell'attivo in prossimità della galleria a "buco di serratura".
Al ritorno, volendo, si potrà percorre anche l'altro ramo fossile superiore.
Torneremo sicuramente per fare delle foto migliori, specie sul tratto a "buco di serratura". La prima volta che si visita una grotta, difficilmente si riesce a portare a casa buoni scatti, specie quando si è in tante persone come eravamo noi oggi.
Un ringraziamento speciale a tutti gli amici del Gruppo Grotte Valdagno, in special modo a Luca dalle Tezze, per la disponibilità ad accompagnarci in questa splendida grotta che ci ha veramente sorpresi per la sua bellezza (adoriamo le grotte attive).
Un super-grazie a Paolo per averci ospitato a pranzo nella sua mega-taverna dove abbiamo concluso in grande allegria questa giornata di Santo Stefano.
Sandro, Simona, Lara, Massimiliano, Sara

1 commento:

  1. una bella grotta non c'è che dire.
    spero proprio di esserci la prossima volta.
    come al solito un ottimo lavoro.
    ciao damiano.

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