sabato 3 agosto 2013

Abisso Col della Rizza - Cansiglio

di Lara Nalon

A me il Cansiglio, anche in tempi non speleologici, ha sempre portato alla mente il Bus de la Lun ed il bramito dei cervi ad ottobre. In tempi speleologici, il Bus della Genziana è stato il primo approfondimento. Ed ora avevo la possibilità, grazie al S-Team ed a Stefano del Gruppo di Ferrana, di scendere nell'Abisso Col della Rizza. Mai sentito prima. Possibile?
 Nebbie mattutine sulla Piana del Cansiglio
L'ingresso

Detto, fatto. Tre componenti del S-Team parton direttamente venerdì sera per il Cansiglio, ad incontrare i Ferraresi. Io li raggiungo direttamente sabato mattina. L’aria è fresca e profumata. Un po’ di respiro dall’afa agostana. Ricompostosi il gruppo sabato mattina al bar bianco - 4 s-teamiani veneziani, 2 trevisani e 2 ferraresi – si sale in mezzo al bosco. Una breve passeggiata e – in un ambiente fiabesco - si raggiunge la fessura. Semi-nascosta tra il verde del muschio e la leggera ombra dei faggi, a prima vista uno tra i tanti avvallamenti che caratterizzano questa zona.
Si inizia a scendere alle 10.30. Ci mettiamo un bel po’ a scendere tutti (malgrado il P100 iniziale sia armato in doppia) anche perché gli ultimi due a scendere – non vedendo subito il proseguimento nel salone ai piedi del primo pozzone, effettuano una deviazione estemporanea. La uscita dell’ultima persona sarà per la 00:30 di notte. 12 ore… sono passate in un lampo. Se non fosse per i begli ematomi su braccia e avambracci, potrei pensare che si è trattato di un sogno.

 Il salone - Pozzo Nicoletta

Nel tratto visitato, una grotta molto varia e bella, con prevalenza di calcare chiaro , alterna pozzi, passaggi tra frane a zone riccamente concrezionate che ricordano il Carso. Si è sentita la mancanza del macro-man Damiano, che qui avrebbe potuto immortalare anche, tra le altre cose, alcune minuscole eccentriche che assomigliano in maniera impressionante alle cime di finocchietto selvatico.


Oggi il fotografo è particolarmente ispirato, e la nostra guida è gentile e disponibile nel mostrarci ogni interessante anfratto. La nostra discesa si è fermata a -160 circa, dopo -dice il nostro cicerone-"Lancillotto" - solo passaggi angusti.
 Galleria di Priapo
Discsa al quintivio
 La piscinetta
La torta
Tanta la fatica nella risalita; il tempo sembra essere sì volato, ma le tante ore non passano senza lasciare il segno. E’ il fatto di sapere che fuori non ci aspetta subito il ritorno a casa, ma il pernottamento in un b&b lì vicino, a permetterci la rilassatezza del fare le cose con calma (ancora più calma del solito…)
All’uscita, illuminata da poche stelle, si fanno sentire misteriosi rumori nel bosco. Qualche ghiro si aggira curioso sui nostri zaini. Il bosco ne è pieno. Molto previdente, San organizza, nella vicina area pic-nic, una cena “a luce di light-man”. Surreale la situazione; i ghiri tutt’intorno, nel buio fitto del bosco, a guardare da lontano questi 6 sporchi individui (nel senso che sono tutti ancora infangati) stanchi ma felici (i 2 trevigiani sono usciti qualche ora prima) che tra risa e scherzi ripercorrono la perlustrazione fotografica appena conclusasi, seduti di notte a sgranocchiar patatine ad un tavolo dell’area pic-nic e gustando uno spuntino a base di coppa d’Alpago, bossolai (tipo grissini ma rotondi, tipici di Chioggia) e ottima birra Lasko slovena (vedi bene che le immancabili patatine fritte servono a recuperare i sali minerali persi nel tremendo sforzo testè effettuato…)
Non importa se uno di loro si è dimenticato gli scarponi a casa, e ha fatto tutto il percorso con delle scarpine da ginnastica stile “Barishnikov” (nella foto sono ritratte all'ingresso; all'uscita erano "leggermente" marroncine); se un'altra si è stancata oltremisura affrontando i tanto vituperati traversi in leggera salita, se un altro si è mezzo congelato i piedi -veloce e primo nello scendere –aspettando per un’ora i compagni seguenti, se un'altra è stata lì-lì per tornare sui suoi passi, spazientita per una ipotizzata difficoltà a recuperare una longe, e un altro ancora ha sbagliato strada. Tra fatica e sudore e parolacce soffocate e parolacce espresse e lunghe attese, ci sta una bella sfilza di foto che rimarranno a documentare questa magica grotta, le nuove persone conosciute solo grazie a lei coi loro racconti e le loro storie, e a ricordare la fatica di chi - per anni e lontano da casa - ha continuato a cercare nuove prosecuzioni, inseguendo i suoi sogni.
Lara
S-Team di oggi: 
dietro: Sandro, Francesco, Alberto, Stefano
davanti: Sandro, Simona, Lara, Massimiliano

La grotta scende con un P100 armato in doppia (tranne inizio e fine) che parte in fessura e poi via via si allagga man mano che si scende. Dato che l'ingresso scarica parecchio, il "libera" viene dato solo da metà pozzo in poi, dopo che ci si è spostati dall'asse di caduta delle pietre.
Il salone ha dimensioni generose: lungo 60, altro 30 e largo 20 e funge da sacca di raccolta dell'aria fredda. Infatti è questo il punto più freddo della grotta: 2°C, mentre il resto della cavità si attesta sui 5°C.
La prosecuzione non si trova sul fondo del salone, ma subito sulla destra del punto di atterraggio ed inizia con galleria di modeste dimensioni. P5, breve cunicolo, 2 saltini con il "buso del cul" e un P15 Pozzo Nicoletta carino per foto. Dopodiché saltino di 3 m e P15 con alla base la Sala dei Ferraresi (vecchio fondo '94). 
Quindi breve risalita di 10 m, galleria e nuovo P15 (attenzione a non prendere la corda in salita). Alla base il Pentivio, una sala in cui s'intersecano cinque diramazioni sotto enormi blocchi rocciosi che sembrano dover crollare da un momento all'altro. Da qui breve galleria, meandro e stupenda sala concrezionata (Sala delle Stalattiti). 
Bivio:
  • Ramo Fossile verso destra (Dal Cin): bel colonnone, diversi punti concrezionati, galleriette e sala Lapidario. Proseguendo con breve risalita e sucessivo P15 si arriva alla sala Ilenia, dove ci sono un paio di piccole condotte freatiche carine, ma cieche. Continuando si può salire al ramo Fondo del Barile, dove ci sono altri ambienti carini.
  • Ramo Attivo (verso i fondi): meandro (concrezionato), galleria, saltini e breve pozzo. Poi si arriva in una zona molto carina, con laghetto (piccolo) pensile e una bella colata calcitica a forma di torta.
Queste gallerie arrivano fino a circa -160m e presentano parecchi traversi aerei sopra la forra del ramo attivo che si sta seguendo.

2 commenti:

  1. belle foto, bella grotta, bella compagnia e anche bella descrizione....brava Lara!!!!!!

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  2. Belle foto, peccato non essere stato dei vostri, ma mirifarò alla prossima.
    Ciao a tutti
    Donato
    S-Team

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