domenica 24 marzo 2013

Canon EOS 6D: una bomba!

Primo test ipogeo per la nuova macchina fotografica. Grotta d'eccezione: Corchia, Ramo del Giglio.
Finalmente, con un notevole impegno finanziario, sono passato al full-frame, il più grande dei sensori presenti nelle macchine fotografiche digitali; ero impaziente di vedere come si sarebbe comportato in condizioni di scarsa luminosità, anche se a priori lo sapevo già (altrimenti non l'avrei comprata!).
Infatti ho prima studiato a lungo la dettagliatissima prova pubblicata sul mio sito di riferimento per la fotografia: www.dpreview.com .
Sostanzialmente si tratta di una EOS 5D Mark III depotenziata. Sostanzialmente le cose che ha in meno sono il numero di punti focali e la velocità di scatto a raffica, fattori di cui sottoterra si può trnaquillamente fare a meno. Anzi, ci sono pure dei punti a favore della 6D: minor peso, wi-fi (che non mi interessa) e GPS integrati e, cosa di non poco conto, almeno 1000 € di costo in meno! 
L'obiettivo che ho montato è il Canon EF 17-40 F4 L USM, un bel grandangolo con focale quasi uguale a quella che usavo prima con la 40D e sensore APS-C: il 10-22 (equivalente a 16-35 nel full-frame). Anche gli ingombri ed i pesi sono quasi gli stessi; meglio, così non ho dovuto cambiare la valigetta stagna per il trasporto.

Nelle foto fatte durante questa sessione sono stati utilizzati da 3 a 6 fari di varia potenza (la marca non sono autorizzato a citarla).
Ho volutamente lasciato l'impostazione degli ISO in automatico per vedere fino a che punto ci si poteva spingere. E sono rimasto veramente impressionato dal poter scattare a mano libera in ambienti illuminati solo dalle luci dei nostri caschi!
scatto a mano libera: 1/25 sec - F4 - ISO 12800 - solo luci dei caschi

Questo è possibile grazie ai 12800 ISO; la foto, vista al 100% d'ingrandimento mostra evidenti granulosità di disturbo, ma stiamo parlando di immagini di 20 mega-pixel che, viste sullo schermo e con un po' di riduzione del disturbo, sono favolose (se si pensa in che condizioni sono state fatte).

Uno dei problemi più grandi che abbiamo patito in passato, è stata l'impossibilità di fotografare uno speleo appeso in corda nel vuoto. Il suo dondolamento lo faceva venire sempre mosso (con i tempi d'esposizione lunghi necessari ad avere un ambiente sufficientemente illuminato).Ricordo che noi lavoriamo solo con luci fisse e, non avendo flash, non possiamo "congelare" il movimento in pochi centesimi di secondo. Anche in questo caso gli alti ISO hanno consentito di scendere ad 1/6 di secondo ed avere lo speleo non mosso in un grande ambiente e ben illuminato.
1/6 sec - F4 - ISO 12800

Le prove fatte hanno permesso di capire che si può tranquillamente lavorare a 3200 ISO senza avere il minimo disturbo nella qualità della foto. I 6400 e 12800 ISO possono essere usati per ambienti di grandissime dimensioni o situazioni difficili, ma bisogna sistemare le foto in post-produzione. Ad ISO più alti (si può arrivare fino a 102400) il disturbo diventa troppo e la foto è inutilizzabile.
l'inquadratura intera 5472x3648 pixel: 1,6 sec - F10 - ISO 1600 - no riduzione disturbo
dettaglio 1:1 -1,6 sec - F10 - ISO 1600 - no riduzione disturbo

dettaglio 1:1 - 1/5 sec - F10 - ISO 12800 - no riduzione disturbo
dettaglio 1:1 -1/5 sec - F10 - ISO 12800 - con riduzione disturbo
dettaglio 1:1 -3,2 sec - F10 - ISO 800 - no riduzione disturbo


E' quindi possibile lavorare con tempi d'esposizione notevolmente più bassi riducendo la probabilità di avere i soggetti mossi ed eliminando quasi completamente la necessità di dover pennellare la luce. Le zone d'ombra, che prima risultavano scure, prive di dettagli e disturbate, ora sono più luminose e definite.
foto intera 5472x3648 pixel: 4 sec - F10 - ISO 1600 - no riduzione disturbo
zone scure ben definite, dettagliate e senza sgranature

Ho pure testato le potenzialità delle riprese video e pure qui si resta impressionati dalla qualità delle immagini in condizioni di scarsa luminosità ambientale. Il limite più grosso è che bisogna mettere a fuoco prima di iniziare a registrare e poi la macchina mantiene quel fuoco per tutta la ripresa; non varia il fuoco sul soggetto in movimento. Con il grandangolo non si patisce più di tanto, ma con un tele è quasi impossibile ottenere riprese di qualità in questa situazione. Ecco un assaggio, ma tenete conto che è stato parecchio compresso per poterlo pubblicare qui.


In definitiva, anche se mi ritrovo con qualche migliaio di euro in meno (meglio spenderli, piuttosto che farseli mangiare da banche o governi!), sono estremamente soddisfatto di questo acquisto che ci consentirà di fare un ulteriore e notevole balzo in alto sulla qualità dei nostri lavori.
Sandro Sedran

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