domenica 27 gennaio 2013

Straordinaria esperienza di miniera in Val Camonica

Ovvero: quando la realtà supera ogni aspettativa!
Sabato 26 gennaio abbiamo fatto la nostra serata di proiezione "Le vie nascoste dell'acqua" a Sondrio e ci voleva qualcosa da fare alla domenica che si trovasse sulla strada del ritorno. Non so come, ma curiosando su internet ho scoperto delle foto di una meravigliosa miniera situata in Val Camonica e concordato una visita con il disponibilissimo Franco di Prizio del Gruppo Montorfano di Coccaglio (BS).
Il ritrovo è sul parcheggio di un centro commerciale, dove ci raggiungono pure Damiano e Pier Giorgio da Chioggia e Simone e Federico da Verona. Siccome abbiamo fatto tutta una tirata sa Sondrio, dopo 2h di macchina abbiamo tutti un bisogno impellente da espletare e ci fiondiamo nel centro commerciale aperto, mentre gli altri restano fuori ad aspettarci. Sandro esce veloce e ritorna al gruppo, mentre Simona, Chiara ed Alberto si fermano a guardare una vetrina di scarpe. Passano 5 min, 10 min e questi non arrivano. Il cellulare lo hanno lasciato in macchina, quindi torna dentro per vedere dove diavolo sono e ... mi vedo uscire la Chiara con una scatola di stivali in mano! "Eh, ma erano belli e c'era pure il 60% di sconto" .... Non ci sono parole; anzi si, una sola: donne!
Saliamo con le macchine fino ad una contrada dove, fortunatamente, ci cambiamo al tepore di un bel sole.
L'ingresso, chiuso da un cancello con lucchetto, è stato riaperto dopo lo scavo dei detriti con cui era stato chiuso alla fine degli anni '60 quando la miniera ha cessato l'attività estrattiva principalmente di ferro. Le prime notizie storiche sono del 1300, ma si ritiene molto probabile che la miniera fosse operativa già ai tempi dei romani.
Il tratto iniziale scende a zig-zag seguendo l'inclinazione degli strati rocciosi; qualche fune agevola il superamento dei tratti più ripidi, ma il percorso è sempre abbastanza tranquillo.
Da subito la cosa che balza all'occhio è lo straordinario contrasto tra la roccia scura e le bianchissime concrezioni che adornalo ovunque pareti e pavimento. Sopra agli strati minerari si trova una giacitura di calcare che viene sciolta dal percolamento delle acque meteoriche. Queste acque, ricche di carbonato di calcio, quando incontrano i vuoti delle gallerie della miniera, perdono l'anidride carbonica nell'aria e depositano ingenti quantità di concrezione stravolgendo tutte le teorie di accrescimento. Si erano formate stalattiti pure su un telo di nylon posto nei pressi di una cascatella solamente una decina di anni fa.
Sembra di stare in una grotta naturale e solo i muretti a secco, a sostegno della volta, ci ricordano che ci troviamo in un ambiente scavato dall'uomo.
Guardate! In pochi anni sono già stati ricoperti da uno strato di concrezione!
Se non ci fosse il muretto a secco, chi direbbe che siamo in una galleria scavata dall'uomo?
Le meravigliose concrezioni con gli ossidi di rame
Occhi attenti scovano le numerose meraviglie di questi ambienti; stalattiti elicoidali, eccentriche, vaschette a gours e microgours, vele bianchissime ed altre, eccezionali, con striature nere di manganese. Fantastica, e raramente osservabile, la calcite flottante sopra immobili e trasparenti laghetti d'acqua. Ed infine la chicca delle concrezioni azzurre con gli ossidi di rame disciolti nel calcare: spettacolo!
 Pisoliti a non finire ed ovunque
I meravigliosi mix di colori dovuti ai molti minerali diversi che l'acqua discioglie e deposita
Estasiati da tanta bellezza, facciamo pausa merenda nel salone più grande della miniera. Restiamo senza parole quando ci dicono che ora ci portano nella parte non turistica dove potremo trovare ambienti e concrezioni ancora più belle tra cui fantastici raggruppamenti di aragoniti coralloidi. Ed infatti così è stato; non sapevamo più cosa fare da quante cose meritavano di essere riprese e fotografate. Impossibile resistere a tanta bellezza e dobbiamo solo ringraziare i nostri accompagnatori Giuliano e Franco per la tanta pazienza che hanno portato nell'aspettare che soddisfacessimo le nostre brame di cattura delle immagini più belle.
In questa seconda parte abbiamo completamente perso il senso dell'orientamento; senza guida sarebbe veramente difficile venirne fuori. Ci sono un'infinità di gallerie a varie livelli con numerosi percorsi ad anello; non so in quanti punti arrivavi e trovavi 4-5 gallerie che partivano in ogni direzione. Siamo accompagnati, chi se ne frega! Ci godiamo la visita senza preoccuparci di memorizzare la strada.
 Le meravigliose concrezioni con gli ossidi di rame
Eccentriche coralloidi delle dimensioni di qualche centimetro
Vele di calcite pura e mista a manganese
Oggi abbiamo dato priorità alle riprese video con due videocamere al seguito (Simona e Sandro); Damiano ci ha dato dentro di foto macro con i suoi due nuovi acquisti: una compatta Nikon AW100 con doppia luce laterale montata su staffe e la nuovissima Canon EOS 650 che tutti bramiamo di avere per le sue straordinarie capacità tecniche di ripresa. Alberto, Chiara e Pier Giorgio erano gli indispensabili addetti luce, mentre Simone e Federico facevano squadra fotografica a parte non disdegnando di usufruire del potente parco luci di tutto il gruppo.



Uscita a malincuore (noi saremmo rimasti dentro chissà quanto ancora!) dopo sette ore.
Triste constatazione che le trattorie del luogo non fanno da mangiare prima delle ore 19. Ah, quanto adoriamo la Slovenia ed il Carso dove mangi a qualsiasi ora! Ci salutiamo con i lombardi e noi veneti concludiamo con una pizza tutti assieme.
Bellissima uscita! Abbiamo già accordi per andare a visitare un'altra miniera: non vediamo l'ora! Magari torneremo anche in questa per completare il servizio foto-video e stiamo già pensando di farci una gita CAI l'anno prossimo.
Grazie di cuore agli amici del Gruppo Montorfano: abbiamo vissuto una fantastica esperienza.
Prossimamente pubblicheremo pure le riprese video che abbiamo fatto.
San

domenica 20 gennaio 2013

Luftloch

Ieri uscita alla Luftloch; "sull'Altopiano di Asiago?", "No! nel Carso triestino!"
Nonostante il nome di richiamo cimbro, l'ingresso si trova nelle vicinanze dell'Abisso di Trebiciano.
Ritrovo consueto alla pasticceria di Basovizza con Giorgia di Gorizia (così ha imparato uno dei luoghi storici di ritrovo degli speleo, prima di andare in grotta) ed il "padrone di casa" Marco Restaino, della Società Adriatica di Speleologia, che ci ha fatto la corte affinchè venissimo a fotografare la "sua" grotticella.
E non stiamo mica parlando di uno speleo ed una grotta qualunque! Essi sono stati tra i protagonisti del documentario "Alla ricerca del fiume nascosto" diretto da Tullio Bernabei. "E no 'ndemo a fotografar dò star dea speleo mondiae? Eh sì, ciò!" ;-)
La storia di questa grotta e dei protagonisti che ci hanno lavorato finora ha dell'incredibile! Consiglio a tutti di andarla a leggere sul sito della Società Adriatica di Speleologia. E' l'inseguimento dell'aria generata dalle piene del mitico fiume Timavo che scorre lì sotto. E' il lavoro di due giovani ostinati nel realizzare il sogno di ogni speleologo triestino: raggiungere il fiume carsico per eccellenza.
All'uscita, le ombrelle sono state veramente utili! - Il "padrone di casa": Marco Restaino 

Tempo da lupi: hanno chiamato pioggia tutto il giorno. In Carso ci sono consistenti residui di neve caduta ad inizio settimana. Ci cambiamo nella casa della SAS vicino all'Abisso di Trebiciano e ci avviamo verso l'ingresso, graziati dalla pioggia. Sul bordo della dolina c'è un generatore di corrente che alimenta un ventilatore che per tutta la giornata di sabato ha aspirato aria dal fondo. In questa grotta c'è il problema della carenza di ossigeno e bisogna forzare artificialmente il ricircolo dell'aria, dato che questo non avviene naturalmente. Per farci stare tranquilli, il ventilatore resterà acceso anche durante tutto il tempo della nostra visita.
L'ingresso è abbastanza tipico: una bella botola sul fondo di una dolina: affascinante! Un bel tubone rosso esce dalla botola ed espelle l'aria dal fondo della grotta a circa -250. Il tubo ci farà compagnia durante tutto il percorso e quindi ce lo ritroveremo in quasi tutte le fotografie fatte.
Si inizia a scendere i primi 20m in un tombino rivestito di blocchi quadrati di cemento. Poi su scalette costantemente a fianco di una frana puntellata da tubi innocenti e reti elettrosaldate; così per altri -30m; impressionante il lavoro che hanno fatto. PAZZI! E noi non siamo da meno a venire qui!
Marco Restaino contempla l'opera di messa in sicurezza dello scavo

Finalmente a -50 circa comincia la grotta naturale. Marco ci lascia perchè è convalescente dalla rottura di un paio di dita (altra storia che meriterebbe di essere ascoltata e che va ad alimentare il mito del personaggio con cui abbiamo a che fare) e torna fuori ad aspettarci all'ora prestabilita.
Inizia ora una continua sequenza di pozzi che velocemente porta al fondo. Non ci sono le condizioni per fare molte fotografie perchè oggi c'è molto stillicidio e Sandro non se la sente di tirare fuori cavalletto e macchina restando appeso ai frazionamenti mentre tutti restano fermi a bagnarsi.
Tiriamo qualche porko già da subito con le anse delle corde troppo corte con cui spesso non si riesce a fare la chiave alla partenza dei pozzi. Naturalmente, per non sfatare la tradizione del mitico "armo alla triestina", questa volta i moschettoni avevano la ghiera, ma era bloccata in posizione aperta e non si riusciva a chiuderla!
Giorgia e Ben (un nuovo speleo-amico francese che vive a TS) sono la coppia di punta e solo loro arrivano al fondo per visionare la zona di scavo. Sandro ed Alberto si fermano due pozzetti prima (evitandosi una fastidiosa doccia) perchè, a livello fotografico, la grotta non dice più nulla; molto fangosa (le piene del Timavo fanno salire i livelli fino a qui) ed ambienti poco larghi che possono essere documentati tranquillamente con una macchina compatta.
P55 dalla finestra laterale - Base del P50

Iniziamo a risalire con molta calma, stando attenti a non toccare sassi e macigni che sembrano attaccati solo con la melma. Purtroppo la Simona si becca un bel sasso sulla spalla (per fortuna arrivato di piatto e non di taglio) e la Giorgia si vede passare a fianco un enorme blocco, staccatosi da solo, e precipitato dove lei si trovava trenta secondi prima!
Facciamo foto dove possibile e dopo cinque ore siamo fuori. Tutti sono d'accordo nel dire che la parte più faticosa sono state le scalette ed i pioli della zona artificiale che, spesso e volentieri, erano pure leggermente strapiombanti.
Belli smerdati di fango, ci facciamo la foto di gruppo in un magico scenario nivo-nebbioso e poi si scatena il diluvio! Per fortuna possiamo cambiarci nella casetta della SAS e per fortuna siamo arrivati in macchina fino a qui!

S-TEAM di oggi, da sinistra: Sandro, Ben, Donato, Lara, Simona, Giorgia, Alberto

Conclusione in bellezza all'agriturismo Milich dove non riusciamo a capacitarci come una speleo (la Giorgia) possa essere vegetariana e restare impassibile a tavola assieme a dei famelici divoratori di carni e salumi! Bah?! I misteri della speleologia sono infiniti ....
San


Le riprese video:



sabato 5 gennaio 2013

Star Cedat

Finalmente! Dopo tre annullamenti per maltempo è arrivata la volta buona per andare a visitare questa risorgiva, la seconda grotta per estensione nelle Valli del Natisone (UD).
Non avendo trovato nessuno che ci accompagnava, sarà per noi come un'esplorazione con tutte le problematiche di chi non conosce la strada. E già dopo pochi metri dal parcheggio, ecco il primo dubbio: è questa la valle da risalire? Avevamo letto che da poco era stato sistemato il sentiero che portava all'ingresso, ma qui non si vede nulla, neanche una traccia che risale la valle. Dopo accertamenti che non ci fosse un'altra valle più avanti, decidiamo di risalirla. Passiamo sul lato sx orografico e per fortuna troviamo una carrareccia. La seguiamo per un po', restando alti sulla valle, fino a trovare dei segni di pittura arancione che indicano la via nella valle. Le lettere "S.C." (Star Cedat) ci dicono che siamo giusti, ma del sentiero appena rifatto neanche l'ombra; probabilmente si riferiva a qualcos'altro.
Ad un certo punto una parete rocciosa chiude la valle creando un anfiteatro con l'ingresso della grotta che si apre in parete a dieci metri d'altezza, con una cascatina che ne esce: bellissimo!


 La corda per salire è già in loco ed è in ottime condizioni. Una volta su, ci togliamo gli attrezzi, dato che la grotta è completamente orizzontale. Senza guardare il rilievo Sandro parte ed avanza diritto seguendo le evidentissime tracce fino ad infognarsi in una condotta che diventa sempre più bassa, stretta e con fango ed acqua sul fondo. "Uhmmm... mi sà che non è la strada giusta; non ricordo di aver letto di strettoie micidiali subito all'ingresso. Pork...! Kea brutt..! Vaff...! Merd...! Tornare indietrooooo...!".
Ed infatti c'era da prendere una sorta di oblò nella roccia a destra che va a ricongiungersi con l'attivo.
Il Ramo Bianco è sicuramente il tratto più bello della grotta: una condotta meandreggiante con pareti lavorate dall'acqua ed un fondo occupato dall'acqua contenente bianche concrezioni a grappoli. Per non rovinarle bisogna fare qualche acrobazia in contrapposizione per evitare di mettere i piedi in acqua, ma si è disposti a fare questo ed altro per mantenere intatta la bellezza di questo luogo. Il tratto immediatamente dopo è altrettanto suggestivo: tutto il pavimento è ricoperto da una bianca colata calcarea che forma vasche e laghetti.
Più avanti la grotta si allarga ed è un susseguirsi di salette separate da crolli con il torrente che continua a scorrere nel suo letto bianco calcareo che contrasta fortemente con le scure rocce che gli fanno da contorno.
Avanziamo sempre fino a passare una lunga strettoia che obbliga a qualche contorsione: "Siamo sicuramente nel by-pass del Kamasutra, ma la Sala del Presidente dove diavolo era?" Ci siamo pure persi la deviazione per il Ramo della Mucca Pazza; la cercheremo al ritorno.
La galleria continua con passaggi raramente comodi ed è una continua ginnastica tra i massi e per evitare di finire a bagno nell'acqua. Arriviamo nella nella Sala della Faglia, mentre Giorgia ed altri fanno a perdersi nell'adiacente Dedalo. Bellissima la dritta e liscia parete.
Qui facciamo merenda e, prima di ripartire, diamo un'occhiata alle zone terminali del ramo da cui scappiamo veloci a causa di un'aria pestilenziale lasciata da Sandro.
Tornando indietro individuiamo la Sala del Presidente che non è altro che un'allargamento della galleria, altro che le faraoniche dimensioni di 35x45m citate nella descrizione della grotta; anche guardando il rilievo sembra darci ragione. Neanche al ritorno siamo stati in grado d'individuare l'imbocco per il Ramo della Mucca Pazza; ma dove diavolo era? Booh!? Torneremo; dobbiamo completare il servizio fotografico e così vedrà la grotta anche chi oggi non c'era.
Foto di gruppo e via fuori. Per tutto il ritorno abbiamo visto che l'acqua era sempre torbida per colpa nostra. Se si vuole fare foto, conviene quindi farle all'andata.
Usciamo dallo stupendo ingresso e poi via a cambiarsi.
Dopo una serie di trattorie chiuse, troviamo un agriturismo che fa solo piatti freddi; amen, niente piatti tipici locali. Ci "tocca" ingozzarci di ottimi salumi accompagnati da un favoloso cabernet e siamo felici lo stesso; basta riempire la pancia, no? ;-)
S-Team di oggi, da sinistra:
in alto: Giorgia (special guest), Pier Giorgio, Simona, Sara, Massimiliano
sotto: Lara, Donato, Sandro


mercoledì 2 gennaio 2013

Le Vie Nascoste dell'Acqua 2013 a Vicenza

Venerdì della prossima settimana saremo ospiti della Società Alpinisti Vicentini per proiettare i nostri filmati di speleologia.
Questo il programma della serata:
- Luci nel buio (rassegna delle foto contenute nell’omonimo libro)
- Pipistrelli nella Grotta dell’Orso sotto il ponte di Veja
- Animali d’acqua nella Grotta della Guerra
- Ghiaccio delle Tenebre: depositi glaciali di alcune cavità del nord-est
- Ranemotions sul Buso della Rana
- Un Drone alla Grotta Noè, test di riprese aeree
- The water we’ll drink, lo spot vincitore di EuroImage'In 2010
- Grotte TSS, la meraviglia delle aragoniti in terra francese
Vi attendiamo numerosi!